La Campania resta in zona rossa fino al 18 aprile. Confermata l’ordinanza ministeriale dell’8 marzo che era stata già prorogata per quindici giorni lo scorso 19 marzo.
La Cabina di regia ha rilevato un peggioramento del quadro epidemiologico, in linea con gran parte del territorio nazionale. Vigono, dunque, fino a tale data le regole della zona rossa. Sono possibili gli spostamenti per motivi di lavoro, salute e necessità con autocertificazione
(scarica il modello).
COSA SI PUO’ E NON SI PUO’ FARE:
– l’attività motoria nei pressi della propria abitazione e quella sportiva all’aperto ma solo in forma individuale;
– chiusi i negozi (salvo quelli per la vendita di beni di prima necessità), i bar e i ristoranti, ma sono consentiti asporto (fino alle ore 22) e consegne a domicilio (senza restrizioni);
– sospesi i servizi alla persona come parrucchieri, barbieri e centri estetici;
– aperti: supermercati, beni alimentari e generi di prima necessità, farmacie e parafarmacie, edicole, tabaccherie, lavanderie.
– riaprono le scuole fino alla 1 media.
Il decreto priva i presidenti di regione della possibilità di derogare a tale normativa. Da segnalare la protesta dei sindaci e dei presidenti di Provincia che, come sottolinea Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’Anci, “per la prima volta non siamo stati consultati né informati sulle misure contenute nel testo. In un momento così delicato per il Paese tutto ci aspettavamo tranne che una frattura nella collaborazione istituzionale. Non ci sembra proprio un buon inizio nel rapporto con i territori e le comunità locali. Eppure da oltre un anno noi sindaci ci siamo distinti per responsabilità e leale collaborazione istituzionale“.
Fratture con il Presidente del Consiglio Mario Draghi arrivano anche dal sindaco di Parete, Gino Pellegrino, che ha dato comunicazione ai propri concittadini che non riaprirà le scuole: “
L’ultimo Decreto Legge sull’emergenza Covid19, prevedendo la riapertura delle scuole dalla settimana prossima e limitando i poteri dei sindaci non mi ha fatto dormire la notte. Tuttavia e nonostante ciò, in considerazione dell’elevato numero dei contagi anche tra ragazzi in età scolastica, ho deciso di sospendere le attività didattiche in presenza fino a venerdì 9 aprile in deroga al Decreto Covid19. È stata una scelta difficile che probabilmente genererà critiche ed attacchi, ma, come sempre, mi assumo la piena responsabilità per tale decisione. La salute prima di tutto. Ho letto tante assurdità sull’ordinanza di sospensione delle attività scolastiche in presenza per la settimana prossima ed è necessario un chiarimento. L’ordinanza non è contro il Presidente Draghi perché il DL consente in casi di focolai di sospendere le attività scolastiche in presenza. C’è chi scrive che non ci sono i numeri. Invece, ahimè i numeri ci sono e sono pure alti. (….) La media dei contagi a Parete nell’ultima settimana è ben al di sopra di quella regionale. 61 contagi solo nell’ultima settimana con una media di positivi di circa il 20% contro il 10% della Regione Campania. Leggo che già c’è chi sta preparando un ricorso al TAR. Bene, ci difenderemo ed illustreremo le nostre ragioni con i dati e con i fatti. Per me è stata una scelta difficile e lo dico da padre ancor prima che da Sindaco. Penso che l’investimento più grande che deve fare una società è nella scuola e nella formazione dei ragazzi, che rappresentano la classe dirigente del futuro. Per questo motivo in questi anni di amministrazione abbiamo dedicato la maggior parte delle nostre energie all’istruzione e alla cultura. Purtroppo nell’ultimo anno abbiamo dovuto fare i conti con l’emergenza Covid-19 e la scuola ed altri settori hanno subito molti danni. Ma vi posso garantire che il sottoscritto è il primo che vorrebbe i ragazzi a scuola ogni giorno. Me lo chiedono anche le mie figlie, ma non si può investire nella formazione dei nostri ragazzi senza tutelare la loro salute e quella dei nostri concittadini più fragili. Vedo ormai che a livello nazionale le centinaia di persone che muoiono ogni giorno per Covid19 sono solo dati statistici. In una piccola comunità come la nostra ogni perdita è una tragedia per i propri cari e per l’intera cittadinanza. Piuttosto impegniamoci di più nella nostra vita quotidiana a rispettare le regole anti-Covid19 dopodiché sarò il primo ad essere felice nel riaprire la scuola appena il livello di contagi lo consentirà.”