L’Italia è quel Paese dove i politici raccontano frottole, vengono sbugiardati, ma continuano a mantenere la poltrona. Ovviamente se ne guardano bene dal dimettersi. A valanga, Mario Giordano, in un durissimo monologo a Fuori dal Coro, la trasmissione andata in onda su Rete 4 martedì 16 novembre, attacca Roberto Speranza. Giordano lo ha invitato a dimettersi, non solo per gli errori nella gestione della pandemia ma anche, e soprattutto, per le menzogne svelate, ormai da tempo, sul piano di emergenza e sul rapporto dell’Oms “sparito”. La responsabilità dei contagi in salita viene attribuita solo ai “novax”, ma in realtà l’Italia continua ad essere un Paese impreparato nella gestione della pandemia: la comunità scientifica contraddice se stessa a colpi di dati e ció che prevale è soltanto la paura del cittadino incapace di guardare con lucidità la situazione attuale. L’unica prospettiva è quella di imboccare una strada a senso unico che, come già dimostrato, non può essere l’unica soluzione.
”Un ministro che va in Parlamento e che dice una bugia così grossa su un tema così importante, cioè sul fatto che noi non eravamo preparati, non avevamo le mascherine, vendute anche alla Cina – attacca Giordano – Non avevamo i tamponi, gli strumenti, il piano che diceva cosa dovevamo fare. Questo rivelava il rapporto dell’Oms: è stato ritirato e Speranza dice che non c’entra niente. Lo va a dire in Parlamento! Evidentemente in Parlamento dice una bugia“, insiste.
“Gli sms pubblicati da Report e che vi abbiamo riproposto dimostrano come abbia detto una bugia. E un ministro che mente sull’origine della pandemia, su un tema così delicato, secondo voi in un Paese serio che cosa dovrebbe fare? Secondo me dovrebbe dimettersi, semplicemente dimettersi“, continua nel suo discorso Mario Giordano.
“Vedete, l’impreparazione è il tema centrale di questa pandemia: il fatto che troppo spesso ci siamo fatti cogliere impreparati. Ancora oggi purtroppo, parliamo di zona gialla, rossa, arancione. Poi vai a vedere e ci sono regioni che non hanno ancora attuato il piano di incremento di terapie intensive – picchia duro – Addirittura abbiamo scoperto che in Calabria dopo il putiferio dell’anno scorso sul commissario, ebbene, il commissario viene sostituito un’altra volta e il piano pandemico non c’è ancora, così come non ci sono le sale delle terapie intensive“, conclude Mario Giordano.