Quale Italia rappresentano i Måneskin?

Lo stesso Paese che oggi osanna il gruppo che diffonde messaggi di libertà, qualche giorno fa, con votazione segreta, ha affossato il ddl-Zan

Sono sotto le luci della ribalta i giovanissimi ragazzi che dalla street music di Via del Corso a Roma oggi rappresentano il rock italiano e l’Italia in tutto il mondo. In relazione a ciò, é singolare quanto la contraddizione del popolo italiano (e dei suoi rappresentanti in primis) venga a galla in tutta la sua pienezza. Nelle ore successive alla vittoria del gruppo all’Eurovision, è comparso un tweet dal profilo ufficiale di Palazzo Chigi che si complimentava con il gruppo. Un complimento che ha tutto il sapore di una consacrazione e un riconoscimento pienamente istituzionale da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che è motivo d’orgoglio per l’intero paese, dandone così lustro a livello internazionale. E non solo: grazie a questa vittoria, l’edizione 2022 della kermesse europea si svolgerà in Italia.

Eppure foto, testi ed immagini pubbliche dei giovanissimi riflettono pienamente quanto il gruppo sia disinibito e creda nell’amore libero ed universale: a maggio, durante l’esibizione post vittoria dei Maneskin, Damiano, dispensando baci sulla bocca a tutti i membri del gruppo, ha voluto rimarcare la lotta per la libertà di genere nell’ambito di un Paese che non vuole allinearsi con i tempi, ma vuole farsi rappresentare da chi crede che l’omotransfobia possa rientrare ancora in un reato di carattere ideologico. “L’IMPORTANTE È LIBERARSI DEGLI STEREOTIPI SORPASSATI, STUPIDI E RETROGRADI: LIBERARSI È FANTASTICO” é il loro motto. «Liberarsi dalle sovrastrutture ed essere autentici, se stessi, senza veli inutili, non vuol dire essere liberi di fare ciò che si vuole – afferma Damiano  Io, per esempio, mi sento libero quando sono incatenato a un progetto, perché in quel momento mi libero di tutti i miei complessi e limiti. Ecco per me essere libero è liberarsi dei complessi, non aver paura di sbagliare, di ricominciare, vuol dire di essere libero di rimettere tutto in discussione». E allora bisogna capire da che parte stare. Se il gruppo è meritevole di rappresentare l’Italia, non sono le coppe a darci lustro, ma il messaggio che esso diffonde. E’ ora di rimboccarci le maniche e tornare a lavorare ad una legge che tutti i Paesi europei hanno nei propri codici o vogliamo essere i primi solo in tema di vaccini e di restrizioni personali?

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