Il bollettino settimanale dell’Osservatorio Vesuviano pubblicato oggi, nella settimana dal 4 al 10 gennaio 2021, ha registrato 74 terremoti nell’area dei Campi Flegrei inferiori a 1,8 di magnitudo, che aggiunte alle altre due manifestazioni sismiche di ieri e di oggi, superano il numero di ottanta. E’ senza dubbio un numero elevato, anche se i movimenti tellurici sono in grossa parte appena avvertiti dalla popolazione. “Sulla base dell’attuale quadro dell’attività vulcanica sopra delineato, non si evidenziano elementi tali da suggerire significative evoluzioni a breve termine – dichiara l’Osservatorio nella propria nota – Eventuali variazioni dei parametri monitorati possono comportare una diversa evoluzione degli scenari di pericolosità sopra descritti“.
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Lo studio effettuato dal vulcanologo Giuseppe De Natale, invitato dalla European Geoscience Union (l’associazione Europea per le Scienze della Terra), spiega come si può affrontare e risolvere in maniera efficace ed estremamente vantaggiosa, da molti punti di vista, un problema spinosissimo come la mitigazione del rischio vulcanico più alto al Mondo nell’area Napoletana. https://nhess.copernicus.org/articles/20/2037/2020/?fbclid=IwAR3N7m-waLGjFdcpQ4j1ndbuKr0P9ssZnnEJk8wpWqQtwCPEvedmcPqAub4 (apri il link da desktop e clicca sul simbolo a sinistra della stelletta sulla barra indirizzi del browser, per la versione in italiano).
Il problema principale dei vulcani campani è l’alta densità abitativa: la sola zona rossa dei Campi Flegrei ospita oggi circa 600.000 residenti, e comprende sei comuni e diverse periferie di Napoli. Dopo la crisi bradisismica del 1982/83 nacque un dibattito tra amministratori, scienziati ed associazioni sindacali, che dura a tutt’oggi: il confronto si basa da tempo sulla realizzazione di un piano che parta dalle condizioni di sicurezza della città (per adeguarla ai criteri indicati dalla Protezione Civile) ed utilizzi le inestimabili risorse del patrimonio storico-artistico-culturale. Il piano prevedeva, tra l’altro, l’abbattimento di 8.000 vani a Pozzuoli e la verifica statica degli stabili del territorio. Lo scopo dell’abbattimento era quello di non aumentare la densità abitativa, vista la prevista realizzazione di 20.000 vani a Monterusciello. Tali indicazioni, nella sostanza, non sono state rispettate; alcune opere, nate per favorire le vie di fuga in caso di evacuazione, non sono state completate; a distanza di 38 anni non sono ancora definiti progetti di sviluppo.
Con queste premesse cresce la preoccupazione dei Puteolani per la ripresa del fenomeno, peraltro in questa delicata fase della pandemia e dopo lo sgombero di due palazzine a via Napoli, avvenuto stasera con ordinanza del Sindaco Figliolia, dopo la verifica statica dei Vigili del Fuoco. Il fenomeno bradisismico, in ogni caso, è monitorato costantemente dall’Osservatorio Vesuviano e dalla Protezione Civile. Nella foto di copertina è illustrata un’opera relativa ad un progetto del 1976. I lavori, bloccati per il bradisismo e ripresi dopo tanti anni, sono stati ultimati in grossa misura. È stata annunciata più volte l’apertura del tunnel che collega il centro storico di Pozzuoli e l’imbocco della Tangenziale, ma ad oggi ai puteolani è rimasto soltanto il ricordo del recente taglio del nastro ad opera del Presidente De Luca.