Primo giorno di scuola: pensieri sparsi di una docente

*Ricevo e pubblico
“Una maestra si rende conto che le hanno affidato una prima elementare (lo so si dice di “scuola primaria” ma io voglio dire così perché mi fa pensare alla semplicità degli “elementi” contro tutta la prosopopea che è venuta dopo) …beh …si rende conto di questo, quando una manina le sbuca da dietro e, scuotendo un po’ il polso, decisa, si insinua nella sua con una fiducia che la commuove ogni volta. Si rende conto quando qualcuno si alza da posto ed in due secondi è alla cattedra, la guarda con in viso stampata l’ interrogativo “Posso o non posso?” ..ma poi non più titubante si lancia in un abbraccio infilando il braccio dietro la sua schiena. Si rende conto quando uno scricciolo di 5 anni si solleva sulle punte e vuole tirarle il collo per farsi capire meglio avvicinandosi alle sue orecchie…
UNA MAESTRA SI ACCORGE CHE E’ IN PRIMA ELEMENTARE QUANDO SUCCEDONO COSE COSI’…
SI ACCORGE CHE È IN PANDEMIA QUANDO DEVE RESPINGERE QUELLA MANINA FIDUCIOSA CHE LE HA (MAGARI) AGGIUSTATO LA GIORNATA…QUANDO DEVE NEGARE UN ABBRACCIO CHE FA BENE INNANZITUTTO AL SUO CUORE, QUANDO DEVE FAR SCENDERE LO SCRICCIOLO DALLA SUA INNOCENTE ARRAMPICATA SUL SUO COLLO.
Il ministro Bianchi inneggia alla riscoperta della gentilezza …la maestra gli insegnera’ le parole della gentilezza come ha sempre fatto, ma questa volta chiedendosi: “A 6 anni, il valore della gentilezza, come può passare al di là della fisicità? La stessa fisicità richiesta per accompagnare con la mano nella scrittura…la stessa fisicità richiesta nell’osservazione di come si muove la bocca nella pronuncia delle parole”… parole e bocca chiuse dietro il muro invalicabile della mascherina che per fortuna miracolosamente non comporta il silenzio.
Le parole dei bambini sopravvivono a qualsiasi cosa come la loro richiesta di amore”.

*Elena Tortorelli

Docente scuola primaria

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