La legge sulla Terra dei Fuochi e dei Veleni, la n. 6 del febbraio 2014 è stata ottenuta grazie alla forte mobilitazione delle Associazioni, con il sostegno dei Vescovi e di Padre Maurizio Patriciello ed alla manifestazione di Napoli del 16 novembre 2013 “Fiume in piena – Stop al biocidio” con la partecipazione di oltre 100.000 cittadini. Essa ha stanziato per la Campania 33 milioni di euro per il biennio 2014/2015 con l’obiettivo di verificare eventuali danni provocati dai roghi e dai rifiuti tossici agli abitanti dei 90 Comuni delle province di Napoli e Caserta.
Sono state fatte diffide per far accreditare i fondi alle AA.SS.LL. e proteste per l’avvio degli screening, che in molti casi si sono ridotti ai LEA (Livelli Essenziali Assistenza), e che, unitamente ai tagli di posti letto e personale, hanno consentito alla Regione di rientrare dal debito e superare la fase di commissariamento, con tutte le conseguenze che abbiamo potuto verificare durante la pandemia.
Unico esempio a nostra conoscenza, che realizza l’obiettivo fissato dalla legge, in una realtà particolarmente delicata, è quello del Distretto Sanitario n. 25 dell’Asl Napoli 1 Centro (Fuorigrotta,Bagnoli), diretto dalla dottoressa Tiziana Spinosa. Tale progetto, associato alla CARD presieduta dal dott. Gennaro Volpe, ha organizzato un’offerta gratuita, cioè senza il pagamento del ticket, con ambulatori dislocati in tutto il territorio e aperti anche di pomeriggio, per la prevenzione delle malattie negli stadi iniziali provocate dall’inquinamento ambientale e da stili di vita errati.
La dottoressa Tiziana Spinosa ha dichiarato al quotidianosanità.it che” il programma “salute ed ambiente” si basa sulla considerazione che attualmente il SSN, pur prevedendo un’ampia gamma di progetti di prevenzione, già finanziati nell’ambito del Piano nazionale della Prevenzione con fondi dedicati, non individua degli offering prestazionali per la prevenzione delle patologie cronico-degenerative per la popolazione a rischio, senza pagamento del ticket sanitario. Infatti, solo i quattro screening oncologici di prevenzione per il carcinoma della mammella, carcinoma cervice-uterina, carcinoma del colon e del retto sono previsti dai Lea e perciò gratuiti.
Pertanto –ha aggiunto la dottoressa Spinosa– tutte le prestazioni ed indagini di primo livello, dedicate invece alla individuazione precoce di patologie selezionate, anche in base alla forte prevalenza, vanno inquadrate nell’ambito di programmi ad hoc di medicina di iniziativa. Purtroppo su tali prestazioni la popolazione non ancora “malata”, anche se con rischio documentato, è soggetta alla compartecipazione della spesa, e può utilizzare solo ambulatori dedicati a soggetti con patologia già diagnosticata”.
Per tale scelta soggetti a rischio e con difficoltà economiche non fanno prevenzione e sono affidati solamente ai Medici di Medicina Generale, che peraltro in questo periodo sono impegnati prevalentemente per i contagiati da coronavirus e sui quali incombe un lavoro gravoso, nell’amara considerazione che non è stata potenziata la medicina territoriale.
Il progetto “prevenzione e ambiente” del Distretto Sanitario 25 è partito a marzo 2018 ed ha coinvolto anche i distretti di Soccavo-Pianura, Chiaiano- Piscinola, Marianella-Scampia, San Pietro a Patierno, Secondigliano, Miano, Barra-Ponticelli.
Il Presidente Vincenzo De Luca, al quale vanno riconosciute le ferme decisioni assunte, che hanno consentito di affrontare l’emergenza pur tra tante difficoltà soprattutto grazie allo spirito di sacrificio del personale, dovrebbe sollecitare i Direttori Generali delle AA.SS.LL. a seguire l’esempio del Distretto n. 25 per non trascurare la prevenzione ed i pazienti affetti da altre gravi patologie.