Domani, 14 dicembre, alle ore 16,30, presso la suggestiva cornice di Palazzo Migliaresi al Rione Terra, Rino Scotto Di Gregorio presenterà il suo ultimo libro, “ELOY”.
L’evento è stato organizzato dal neonato movimento civico puteolano FreePozzuoli ed ha avuto il Patrocinio morale del Comune di Pozzuoli.
L’autore, ex maestro elementare, ha studiato pedagogia e scienze religiose. È stato Assessore alla Cultura per il Comune di Procida dal 1996 al 2000. Ha istituito il Premio Letterario “Il mondo salvato dai ragazzini – Elsa Morante”, la manifestazione “Procida Portoni Aperti” ed il Centro D’Ascolto “Paolo Costagliola”. Formatosi educatore di strada tra quartiere Sanità a Napoli e Brasile, dal 2000 ha abbandonato la carriera politica e il lavoro per dedicarsi alla missione laica in terra carioca. A Rio de Janeiro coordina uno street work per il recupero e il reinserimento socio-familiare dei ragazzi a rischio con Tam Tam Brasile ODV.
Ha pubblicato Cartoline dal Brasile (2006), Pedro dei Record (2009), Segnalazione Speciale al Premio Letterario “Isola di Arturo – Elsa Morante” e il racconto Procidammore per la raccolta Procidablues (2010). Ha collaborato con Il Golfo e Italiamiga.
SINOSSI DEL LIBRO: dall’immersione totale nell’umanità marginale degli slum e delle strade carioca, scaturisce un testo duro, ispirato alla figura concreta del matador di professione, assassino per vocazione e per investitura sociale. Eloy è il protagonista che sintetizza questa figura nella sua tragica missione fino all’inevitabile epilogo: pazzia o morte. O la pazzia che alla morte conduce. Nella sua truce e breve carriera di soldato d’élite temprato contro ogni tipo di corruzione e refrattario alla pietà, Eloy uccide decine di persone senza distinzione di età, sesso o estrazione sociale. Uccide in missione contro il narcotraffico; in privato, spogliato della sua mimetica nera impregnata di sangue, giustizia delinquenti di piccolo taglio, stupratori e spacciatori e per queste stragi egli è rispettato, innalzato al rango Padrone del Pezzo. Poi sensi di colpa e fantasmi più meno reali lo risucchiano nel baratro, spinto nel precipizio dal rimorso e dal suicidio del suo mentore che lo accoglierà all’inferno: non si finisce mai di morire.