PIANETA SCUOLA – a cura di Ennio Silvano Varchetta

Riflessioni DADentro (1^ parte)

Con lo scoppio dell’emergenza sanitaria causata dal Covid 19, esattamente dal mese di marzo 2020 abbiamo iniziato a sentire parlare, in riferimento alla scuola, sempre più frequentemente di DAD, ovvero di Didattica a Distanza. Non potendo recarsi fisicamente a scuola, sappiamo che gli alunni e le alunne di ogni ordine e grado hanno fatto uso dei computer e delle nuove tecnologie per seguire da casa le lezioni degli insegnanti, che si svolgevano in modalità sincrona tramite piattaforme digitali come Zoom o GSuite e/o in modalità asincrona tramite registrazioni audio, video, slide e file digitali. Una vera e propria scuola virtuale costruita sulla necessità di far fronte alla pandemia. I docenti hanno sperimentato ed improvvisato, ognuno con modalità differenti, un modo di fare scuola di fatto mai utilizzato e che ha colto impreparati i più.

Nonostante le difficoltà e le numerose polemiche la Dad si è protratta sino a giugno del 2020 e poi ha ripreso grosso modo ad ottobre. La cosa ha visto anche mobilitarsi le famiglie con problematiche legate ai dispositivi elettronici e al sovraccarico della rete internet. Per gli studenti più piccoli si è resa necessaria poi la presenza quasi costante dei genitori durante le lezioni virtuali. Con l’inizio del nuovo anno scolastico, a settembre 2020, le scuole hanno cercato di attrezzarsi e di non farsi cogliere impreparate. E ad ottobre, come dicevamo, è ritornata preponderante in quasi tutte le scuole. Eventualità che diventata certezza per molte classi della primaria e secondaria di primo grado che si trovavano a casa in quarantena cautelativa e per tutte le secondarie di secondo grado. Cosa dire di questa forma di didattica ora, speriamo, alle nostre spalle? Non vi è dubbio che fare scuola in presenza abbia dei benefici e presenta degli aspetti positivi che sono sotto gli occhi di tutti. Innanzitutto la presenza favorisce l’interazione docente-studente e tra gli studenti stessi. I ragazzi possono beneficiare del contatto umano, di una comunicazione diretta fatta di parole, ascolto, gestualità che fanno la differenza nel processo di formazione e nella comprensione di ciò che viene trasmesso, soprattutto per gli allievi più piccoli. Nella lezione vis a vis il docente può cogliere dei segnali da chi ascolta che gli permettono di rimodulare il proprio intervento e creare un rapporto, un aggancio con i ragazzi, che, se positivo, favorisce grandemente benessere ed apprendimento. Gli studenti poi non si trovano soli durante l’intero processo, come succede, per esempio, nella modalità asincrona della DAD. In ogni caso la didattica a distanza per situazioni di tutela della salute pubblica diventa necessaria e presenta qualche vantaggio. Innanzitutto la DAD permette formazione senza necessità di spostarsi, risparmiando tempo e denaro. Genera grande flessibilità, conciliando anche diversi impegni, questo soprattutto per la modalità asincrona. Nel caso specifico della situazione pandemica, riduce la possibilità di essere contagiati attraverso contatti diretti ed indiretti e di poter seguire le lezioni senza l’uso costante e spesso sgradevole della mascherina, misura diventata obbligatoria, e senza richiamare costantemente i ragazzi all’utilizzo di gel sanificanti e al distanziamento.

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