Malasanità e malagiustizia: storie di vita

Ripropongo alcune mie vicissitudini personali; molti lettori del blog non hanno letto il mio libro “Io resto ancora qui ma hanno subìto, come me, episodi di malasanità e di mancata giustizia; intendo, inoltre, veicolare il messaggio che non bisogna mai arrendersi.

Ciò premesso, sono stato informato che uno studio israeliano sta per dimostrare che il soggetto guarito da Covid è più protetto di quello vaccinato. Se fosse stata dedicata una maggiore attenzione alla medicina territoriale ed alla prevenzione (senza i tagli lineari alla sanità), se ci fossimo preoccupati degli anziani e dei fragili (e non solamente nel periodo della pandemia), se scienziati e case farmaceutiche si fossero dedicati soprattutto alle cure e non solamente ai vaccini, oggi avremmo meno restrizioni, meno contagiati e forse meno morti. Giungo, pertanto, alla conclusione molto dura che va registrato quel fallimento totale, che certamente scienziati, politici e case farmaceutiche non potranno mai ammettere. Continueranno a ripetere che il vaccino ha salvato molte vite umane. In queste condizioni è anche vero, ma senza scelte sbagliate, spesso ispirate da interessi politici ed economici, probabilmente ne avremmo  salvate molte di più.

Le mie battaglie per la sanità sono iniziate per motivi familiari, con la morte di mio fratello Antonio nel 1971, a 23 anni, operato per una ulcera non perforata, e poi mia sorella Rosetta, all’età di 49 anni, che morì dopo 24 ore dalla semplicistica diagnosi del primario, ”una bolla di sapone, cioè nessuna grave patologia. A seguire laperla sanitaria e giudiziaria rappresentata dalla morte di mia moglie Rosaria, circa 11 anni fa, il 2 giugno 2011, per concludere con la  morte di Lia, 43 anni, 15 mesi dopo. Nonostante Lia facesse prevenzione al seno, ha avuto la sfortuna di incontrare un noto senologo puteolano, un luminare, che affidandosi alle sole relazioni di due ecografie, non si accorse del carcinoma mammario e le prescrisse un antinfiammatorio, invece di lanciare l’allarme. Per il cancro, al di là della cura efficace, è importante soprattutto la diagnosi precoce.

Nonostante queste tragiche esperienze debbo però sottolineare che ci sono tantissime eccellenze nel mondo della sanità che, però, sono le vere vittime del nostro sistema, per cui continuo a ripetere “giù le mani della politica dalla sanità” perché è in gioco la salute dei cittadini e vanno privilegiati i valori della meritocrazia, della trasparenza, della legalità, spesso non  garantiti da interessi politici. Il mondo della sanità non migliora non solamente perché si intreccia con quello politico, ma soprattutto per i ritardi di quello giudiziario. Infatti la vicenda riguardante mia moglie non si è ancora conclusa, tant’è che il Comitato di Presidenza del Consiglio Superiore della Magistratura, a distanza di oltre tre anni, non risponde alla mia richiesta di conoscere la decisione del Procuratore Generale della Corte di Cassazione, al quale il 30 ottobre 2018 ha affidato il mio esposto-denuncia. D’altra parte se ci riferiamo alle indagini riferite alla pandemia, al mancato aggiornamento del piano pandemico, alla “vigile attesa con tachipirina”, al divieto di procedere con le autopsie, al trasferimento di malati Covid nelle RSA, ecc., siamo a conoscenza  solamente di qualche avviso di garanzia, ma ai familiari delle vittime, a distanza di circa di due anni, ad oggi non viene garantita alcuna giustizia.

Si avverte, pertanto, la necessità di fare rete e di non rassegnarsi, anzi di alzare il livello di vigilanza e di lotta.

Nel 2022, dopo l’elezione del Presidente della Repubblicadobbiamo sperare in una svolta con un nuovo Governo e con nuovi ministri. A seguire Parlamentari più capaci, tanto più che con il rinnovo delle Camere si ridurranno da 945 a 600. Ricordiamoci, però, senza fare scelte precise ed oculate, saremo anche noi responsabili se diserteremo le urne oppure se andremo a votare per esclusivo interesse personale. 

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