Lock down per i non vaccinati: l’Austria funge da apripista?

Green pass per poter lavorare, ma tampone gratis da eseguire sui luoghi di lavoro

Partono le restrizioni in Austria: da domani solo coloro che hanno ricevuto il vaccino o sono guariti dal Covid-19 potranno accedere a ristoranti, bar, Konditorei (pasticcerie), a tutte le strutture alloggiative (dagli ostelli agli hotel), ai servizi per la cura della persona (parrucchiere, estetiste, barbieri e centri massaggi) e agli eventi, sia che siano essi culturali o sportivi, con 25 o un numero maggiore di persone, indipendentemente dal fatto che i posti siano assegnati o meno. La ‘Regola delle 2-G’ verrà applicata anche per quanto riguarda le visite negli ospedali e nelle case di cura. Inoltre, i non vaccinati saranno anche esclusi dallo sci e non potranno neppure accedere agli impianti di risalita. La mascherina Ffp2 diventa obbligatoria nei negozi, nei musei e nelle biblioteche.

L’Austria con il 63,1% di immunizzati spera di sbloccare la situazione con il pugno di ferro. Nelle prime quattro settimane dall’entrata in vigore della normativa, se una persona si farà vaccinare con la prima dose e poi presenterà un tampone molecolare (Pcr) negativo potrà accedere nelle aree riservate ai vaccinati o guariti. Nel suo discorso il cancelliere Schallenberg ha citato Papa Francesco che aveva definito la vaccinazione “un atto d’amore”. In Austria il Green pass avrà una validità di nove mesi, a partire dall’ultima dose inoculata.

Anche in Austria dal 1 novembre scorso c’è obbligo di green pass per lavorare, ma a differenza dell’Italia i tamponi sono gratuiti ed eseguiti direttamente a sul posto di lavoro. Vige la regola così detta 3g, geimpft (vaccinato) genesen (guarito) e getestet (testato). Una misura voluta e posta come condizione per votare il provvedimento dal partito socialdemocratico (Spoe), all’opposizione, della segretaria Pamela Rendi Wagner ex-ministra della salute di professione immunologa.

Vedremo nelle prossime settimane se il “modello austriaco” verrà imitato dagli altri Paesi Europei, soprattutto dopo aver messo sotto la lente di ingrandimento i dati. Sara’ questa la misura utile per invertire la rotta del virus? O continuerà a circolare e gli Stati impiegheranno le energie economiche e scientifiche sulla cura della malattia, oltre che sulla sua prevenzione? Staremo a vedere.

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