L’economia mondiale al primo posto a discapito di ambiente e salute

Ricevo e pubblico*

“Carissima Giovanna, conoscendo la tua grande sensibilità per tutto ciò che riguarda l’ambiente, desidero condividere con te una mia riflessione circa il grave incidente che ha provocato l’ostruzione del canale di Suez. In questi giorni la nave commerciale più grande del mondo si è messa di traverso ostruendo il canale. Tutti abbiamo potuto seguire tramite tutti i mezzi di comunicazione la gravissima vicenda che ha messo in ginocchio l’economia di tanti armatori. Finalmente la nave è stata sbloccata e il mondo economico ha tirato un grande sospiro di sollievo. L’economia mondiale è salva. Volevo commentare con te che in tutta questa vicenda, specialmente di fronte al grande spettacolo di 400 enormi navi ferme nel mare antistante il canale, nessuno ha minimamente accennato al grave problema dell’inquinamento ambientale che questo incidente ha provocato. Tutti hanno parlato della grave perdita di miliardi di euro buttati a mare ogni giorno, avessi sentito qualcuno che osservare quale grave incidente ambientale ha provocato. Quante parole si sprecano sull’ambiente, ma quanto siamo ancora lontani dalla sua salvaguardia. I nostri governanti ci dicono: parla pure dell’ambiente, ma al primo posto c’è solo l’economia. Infatti i costi del petrolio sono subito schizzati in su durante il blocco e sono subito scesi appena il canale è stato sbloccato. Tanto per condividere con te che lotti per la salvaguardia dell’ambiente. Un affettuoso abbraccio *don Fernando

Le riflessioni di Don Fernando Carannante, vicario episcopale della Carità della Diocesi di Pozzuoli e cappellano della Casa Circondariale Femminile della stessa città, si legano all’annosa questione che ruota intorno all’indifferenza del mondo verso l’ambiente. La casa comune, la nostra Terra, è ammalata in maniera forse incurabile, ma il problema viene affrontato in maniera a dir poco superficiale, e i cattivi comportamenti della popolazione spingono progressivamente il pianeta verso un inesorabile destino. E pensare che circa 500 persone al giorno muoiono di tumore, ma la notizia non produce la stessa eco nei mass media, come il bombardamento quotidiano dei dati sui decessi, o sugli ammalati, o sulle terapie intensive al collasso, per l’epidemia da COVID 19. Eppure secondo il rapporto 2020 della Fondazione AIOM – I numeri del Cancro in Italia, “la grande maggioranza dei tumori (circa il 95%) è causata dalla relazione con l’ambiente (tumori da cause ambientali); è pur vero, tuttavia, che l’attacco esterno può essere facilitato da una nostra personale “predisposizione”. Ambiente non è solo pesticidi, aria fumida delle città o reti elettromagnetiche. È ambiente tutto quello che noi “incontriamo” nelle nostre giornate (incluse le nostre cattive abitudini), da quando siamo bambini, all’età anziana. È “ambiente” la nostra alimentazione, il nostro lavoro di ogni giorno, i raggi del sole che ci abbronza, le infezioni a cui siamo esposti, insomma tutto quello che non siamo “noi”. Molte di queste “insidie ambientali” possono agire insieme aumentando il rischio di cancro”. 

Quanta visibilità mediatica ha avuto negli ultimi venti anni il disastro della Terra dei Fuochi? Criminalità e pezzi collusi dello Stato hanno condannato a morte un territorio vastissimo e causato una epidemia oncologica senza precedenti. Quali riscatti morali e sociali sono stati offerti alle famiglie che hanno perso i propri figli sul fiorire dell’infanzia? E’ stata forse istituita una giornata della memoria? La pandemia ha solo scoperchiato un enorme Vaso di Pandora ed ha evidenziato le mancate programmazioni di solide politiche territoriali. Criticità e profonde crepe che nel susseguirsi dei governi sono state affrontate con il gioco delle tre scimmiette. Da destra a sinistra, senza eccezioni. E al momento le blande prospettive non aprono a margini di miglioramento. Ma è importante che si salvaguardi l’economia, quella prima di ogni cosa.

 

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