Alla manifestazione “Mai Più Fascismi” che si è tenuta ieria Roma in piazza San Giovanni, promossa da Cgil, Cisl e Uil, c’è stata una grande mobilitazione, accompagnata da tanta solidarietà, dopo l’attacco squadrista del 9 ottobre alla sede nazionale della Cgil. Hanno partecipato migliaia di campani e c’era anche il Gonfalone del Comune di Napoli, medaglia d’oro al valor militare per essere stata, con le Quattro giornate, la prima città in Europa ad essersi liberata con le proprie mani ed il proprio sangue dall’occupazione nazifascista.
I tre segretari generali di Cgil-Cisl-Uil hanno rilanciato che occorre determinazione da parte di tutti ed il Parlamento deve decretare “lo scioglimento delle formazioni neofasciste dando così strumenti conclusivi a quanto espresso con chiarezza dalla nostra Costituzione“.
Non sono mancate critiche e riserve per aver organizzato una manifestazione alla vigilia del ballottaggio a cui sono interessate molte città, tra cui Roma. D’altra parte la risposta al vile attacco non poteva non essere immediata. Diventano, pertanto, ingiustificate alcune assenze perchè, al di là di qualsiasi strumentalizzazione, la manifestazione di ieri doveva e poteva rappresentare un segnale unitario e prezioso di riconciliazione nazionale e di lotta contro tutti i fascismi e contro tutte le forme di violenza.
Ieri era sabato, e come quelli precedenti, sono continuate le manifestazioni contro il green pass. A Milano non sono mancate alcuni episodi di violenza provocati questa volta da un gruppo di anarchici e di estrema sinistra che non perdono occasioni per snaturare pacifiche manifestazioni di dissenso. Si protrae il blocco ad oltranza annunciato dai portuali di Trieste, che dopo un iniziale retrofront, ha poi ripreso vigore nonostante le dimissioni di Stefano Puzzer, leader della protesta, e in attesa di una manifestazione programmata a Roma per il 30 ottobre. In quella occasione chiederanno che una delegazione venga ricevuta dal Governo per illustrare le loro motivazioni contro l’obbligo del passaporto verde che comporta sospensioni e sanzioni economiche, violando ogni forma di libertà e valori della Carta Costituzionale che dovrebbero essere difesi sempre.