L’adolescenza: delicata fase della vita con problemi, disagi o semplicemente comportamenti?

Torniamo a parlare di adolescenti e dell’evoluzione di questa età. Tanti sono i cambiamenti ed altrettanti i punti di forza e di debolezza. Più che di adolescenti “problematici” è più giusto parlare di situazioni in cui la crescita del ragazzo o della ragazza incontra ostacoli, a volte anche gravi. Gli adulti di riferimento giocano un ruolo fondamentale in questo, ma non è sempre facile entrare in connessione con i giovani.

Spesso, quando si parla di adolescenza, si associa a questa parola il termine “problemi”. In realtà più che parlare di problemi dell’adolescenza sarebbe più giusto parlare di “comportamenti” tipici dell’adolescenza, terminologia di gran lunga meno giudicante. Avere un figlio o una figlia che sta attraversando la fase adolescenziale può effettivamente causare quelli che un genitore può percepire come problemi quando invece si tratta di fasi della vita assolutamente normali, che possono spiazzare l’adulto ma che non devono suscitare eccessive preoccupazioni e soprattutto non devono essere affrontate con ansia.

Ma è giusto parlare di comportamenti o problemi dell’adolescenza? È vero che l’adolescente ha un problema centrale e fondamentale: quello di avere a che fare con il suo corpo che sta rapidamente cambiando; anzi, più esattamente con parti del suo corpo, legate alla sessualità, che sembrano improvvisamente aver “messo l’acceleratore”. Questa spesso è la causa della tenera goffaggine con cui molti ragazzi e molte ragazze si muovono in questa fase della loro vita, e ciò è dovuto al fatto che l’armonia con cui il loro corpo è cresciuto durante l’infanzia ha lasciato il posto a cambiamenti non sincronizzati. L’adolescente si trova dunque a dover fare i conti con parti del suo corpo che sono “più adulte” rispetto ad altre che invece sembrano maturare con ritmi diversi, e questo lo condiziona nel modo in cui cammina, nei movimenti quotidiani, nei ritmi della vita.

La scoperta della sessualità rientra nell’elenco dei problemi adolescenziali: questo è un concetto che si sente ripetere spesso. Certamente la scoperta della sessualità, in questa fase, avviene, il più delle volte, sotto il segno dell’inadeguatezza, della paura di non essere all’altezza, del desiderio di diventare grandi che convive con la voglia di restare nel nido dell’infanzia. E questa altalena tra infanzia ed età adulta è proprio una delle caratteristiche più spiazzanti degli adolescenti. Un giorno vuole le chiavi di casa, il giorno dopo chiede le coccole!

È una manifestazione tipica e assolutamente normale a quest’età, e in quanto tale deve essere accolta. Così come è assolutamente fisiologico che i ragazzi e le ragazze facciano una specie di tira e molla tra il rispetto delle regole e la loro trasgressione. Occorre sempre ricordare che per l’adolescente il mondo adulto è un campo da sperimentare che incute paura ma suscita anche desideri profondi.

Per tutto questo occorre tempo: i ragazzi e le ragazze vivono un tempo rallentato, diverso sia dalle lunghissime giornate dell’infanzia sia da quella che purtroppo, molto spesso, è la frenesia degli adulti. Un ragazzo o una ragazza che passa l’intero pomeriggio sul divano a fare quello che per gli adulti è oziare sta invece vivendo un’esperienza fondamentale della sua età, un tempo sospeso nel quale deve riflettere su quello che sta accadendo al suo corpo e alla sua identità, e deve poterlo fare senza eccessive pressioni. Spesso invece, purtroppo, proprio gli adolescenti sono immersi in attività eccessive, che riempiono le loro giornate senza lasciare quei tempi di riflessione o anche solo di sana solitudine di cui avrebbero molto bisogno. Occorrerebbe piuttosto proporre ai ragazzi e alle ragazze poche iniziative e pochi impegni, permettendo loro di scegliere ciò che più sentono vicino alle loro sensibilità; questo dovrebbe valere anche per la scuola, che spesso si affanna a macinare argomenti su argomenti e verifiche su verifiche, spesso senza riuscire ad intercettare i cambiamenti che i ragazzi stanno attraversando.

E quindi come affrontare i comportamenti dell’adolescenza? Indubbiamente, avere a che fare con gli adolescenti non è sempre facile per gli adulti, anche perché questo rapporto mette in campo i ricordi della propria gioventù. E dunque, come affrontare i problemi dell’adolescenza (reali o meno che siano)? Cosa fare di fronte ai comportamenti non sempre di facile lettura dei ragazzi?
Come abbiamo detto all’inizio, innanzitutto bisogna evitare di considerarli problemi. Se un ragazzo sta vivendo una fase fisiologica della vita ma sente che i suoi comportamenti sono sempre considerati problematici, non riuscirà a capire quale possa essere la strada migliore per diventare grande e si chiuderà in sé stesso, impaurito rispetto all’avventura della crescita. Rischia cioè di sentirsi egli stesso un “problema” e di vergognarsi di quelli che invece sono passaggi necessari. I giovani continuano a chiedere agli adulti di non essere giudicati, e si tratta di una richiesta assolutamente sana e giusta. Un conto è proporre ai ragazzi e alle ragazze un modello di adulto (da mostrare però attraverso l’esempio e non solo a parole!), altro invece è continuare a giudicare negativamente i ragazzi facendoli sempre sentire inadeguati.

Occorre dunque moltissima pazienza da parte dell’adulto, poiché ogni ragazzo/a sta cercando la sua normalità, la sua strada per crescere, che è diversa da quella di qualsiasi altro soggetto. Non c’è un “adolescente tipo” ma ci sono le storie dei singoli ragazzi e delle singole ragazze che hanno bisogno di adulti in grado di offrire ascolto e comprensione. Occorre mettersi in dialogo con loro, ascoltando le loro parole e le loro esigenze ma soprattutto i loro silenzi, perché anche chiudersi rispetto all’adulto è un modo di comunicare. Spesso, infatti, ragazzi e ragazze comunicano anche attraverso la chiusura della porta della propria cameretta o rispondendo con apparente distacco alle domande dei genitori (“Come va?”… “Va tutto bene”…). Non si tratta di risposte elusive, ma di un modo tipicamente adolescenziale di mantenere i contatti con l’adulto. L’assoluto diritto alla privacy dei ragazzi/e per quanto riguarda la loro intimità fisica deve essere esteso anche alle emozioni e ai sentimenti: è l’adolescente che deve poter scegliere quanto e come aprirsi all’adulto, sapendo di trovare ascolto e non giudizio, disponibilità e non invasività.
Il dialogo e l’apertura nei loro confronti consentiranno fiducia e sicurezza e andranno a costruire e rafforzare la loro identità.

Ennio Silvano Varchetta
Ennio Silvano Varchetta

Docente e giornalista pubblicista. Scrive di scuola, attualità, cultura. Collabora con periodici e quotidiani. È presidente di un’ associazione culturale, L’ElzeViro e membro della Stampa Campana – Giornalisti Flegrei. Con istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado promuove convegni e incontri su Educazione alla Legalità, Storia, Letteratura, Politica, Sociale. È docente di Sostegno – area umanistica con una specializzazione polivalente post laurea in strategie di inclusione nelle scuole Secondarie di secondo grado. Si è occupato per diversi anni di dispersione scolastica e minori a rischio in aree difficili della città di Napoli. Ha ricoperto svariati incarichi nelle scuole e negli istituti statali. Promotore di iniziative ed azioni progettuali come tavole rotonde, convegni di studio, concorsi letterari, presentazioni editoriali. È iscritto all’Associazione Nazionale Carabinieri.

LEGGI ANCHE:

Essere adolescenti al giorno d’oggi e il ruolo della tecnologia

Ultimi articoli pubblicati

Articoli Correlati