PiAnEtA ScUoLa
a cura di ennio silvano varchetta
Allo scopo di non interrompere il percorso formativo e perseverare l’impegno educativo dei valori dell’accoglienza, della solidarietà e dell’inclusione, la scuola per tutto il tempo del lock down si è spostata in corsia. In un momento in cui l’uomo è stato portato a diffidare dell’altro, a distaccarsi in modo precauzionale, in cui le frequenti chiusure, la didattica a distanza e la didattica integrata hanno limitato i rapporti relazionali, la “Scuola in ospedale” non ha mai smesso di lavorare in presenza, vivendo con questi alunni più fragili un’esperienza viva e palpitante. Lo studio, la condivisione, la socialità sono stati il quotidiano, nel quale alunni e insegnanti hanno camminato, garantendo l’istruzione ma anche momenti di preziosa normalità, fatta di gesti e attenzioni che, creando un’atmosfera serena, sono stati una parte importante della “cura”. Con la “Scuola in ospedale” bambini e ragazzi costretti in corsia dalla malattia possono continuare a frequentare grazie all’impegno di docenti inseriti nell’organico speciale di questo straordinario percorso formativo. È presente a Napoli e nella sua provincia ma quasi in tutta Italia. Affinché sia attiva c’è bisogno di un reparto di Pediatria in corsia. Copre l’intero percorso scolastico, dall’Infanzia alla scuola Secondaria di secondo grado. L’organico è fluttuante, come per la “Scuola in carcere”, poiché legato alle necessità di bambini e ragazzi ricoverati. È un servizio mirato per i degenti di medio e lungo periodo, e pure in “day hospital” ma con caratteristiche particolari. La “Scuola in ospedale” ha un registro elettronico nazionale in quanto è possibile che cambi la struttura nella quale si è in cura e quindi si frequentano le lezioni, perciò è necessario che presenze e il resto siano visionabili da tutti i docenti. L’orario in genere va dalle 8 del mattino alle 16 del pomeriggio, in base alle esigenze degli studenti. Decine le storie scritte da alunni e prof e tanti gli obiettivi raggiunti.
Dal progetto Clown di…, alla cattedra con le rotelle nella clinica pediatrica di ..al Progetto accoglienza “Un mare di emozioni” della primaria nell’ospedale …, dall’attività “A scuola di sorrisi” di …, al laboratorio di pasticceria del reparto di…, alla Robotica educativa di … In parallelo si muove la “Scuola a domicilio” che può essere richiesta dalla famiglia del bambino con gravi problemi di salute per ottenere lezioni a casa quando il piccolo è impossibilitato a muoversi. Si tratta di un altro, meraviglioso, racconto di civiltà e aiuto, vicinanza e solidarietà. Una bella pagina pedagogica scritta ogni giorno da docenti che restano lontano dai riflettori, impegnano le loro energie e la loro professionalità lavorando in silenzio e contribuendo a “costruire” identità.