*Ricevo e pubblico la lettera di Corrado Maddaluno
“Non sono un utente attivo sui social, ma dopo la perdita di papà ho sentito di esprimere il mio rancore per quanto accaduto. Papà è stato ricoverato per 27 lunghi giorni al reparto di neurochirurgia, sicuramente in una condizione clinica complessa (ematoma cranico scoperto mentre faceva una tac prescritta dall’ematologo per indagare a seguito di valori ematici alterati), ma in questi lunghi giorni non abbiamo mai avuto modo di vederlo, non abbiamo mai avuto un quadro informativo chiaro. Tante telefonate a volte con risposte e toni di sufficienza, mai una chiamata del primario nonostante le richieste, nulla che ci mettesse in condizioni di prendere una decisione se non quella di continuare il ricovero presso l’ospedale.
In altri ospedali di Napoli, è consentita la visita avendo green pass e tampone, mentre l’ospedale di Pozzuoli è diventato un bunker inviolabile. È facile dirigere senza assumersi alcuna responsabilità e senza accettare alcun rischio residuo, è altrettanto facile non prendere in considerazione i diritti di pazienti e familiari. L’emergenza sanitaria non può essere un velo sulle inefficienze organizzative o della completa indifferenza del personale sanitario. Anche il momento in cui papà se ne è andato è stato gestito in modo disumano… tutto a telefono e poi l’inaccessibilità del reparto magicamente è stata interrotta…ci è stato consentito di vedere papà da morto, mentre il medico di turno in un tentativo di gentilezza ci porgeva le condoglianze ed allo stesso tempo poneva una domanda: “ma per cosa stavate indagando a livello clinico prima di portare papà in ospedale?”
Al dolore di questa famiglia si spera la direzione sanitaria possa dare una risposta. Domani presso la Chiesa Santa Maria della Consolazione (Carmine) alle 12.30 sarà celebrato il trigesimo della dipartita della Sua anima benedetta. Alla famiglia le più sentite condoglianze della redazione del Blog di Gió.