LA CAMPANIA IN ZONA ARANCIONE: timori per le varianti covid-19 che incombono soprattutto sulla scuola

L'alternarsi dei colori danneggia alcune categorie

La Campania, insieme a Emilia Romagna e Molise, torna da domenica in zona arancione. Il Presidente de Luca, nella diretta Facebook di oggi, ha attribuito grossa responsabilità alle “misure mezze” che, settorializzando i lock down, moltiplicano all’infinito il rimbalzare delle impennate, lasciando il Paese in balia al caos. A causa del peggioramento del livello generale di rischio, dovuto ad un graduale incremento dell’evoluzione epidemiologica, si è resa necessaria una nuova drastica decisione. Il Presidente De Luca invita ad “evitare tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessari e a rimanere a casa il più possibile. Si ricorda che è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine”. “La notizia dei dati sballati nella nostra Asl dimostrano le falle del sistema di monitoraggio – dichiara il consigliere comunale Raffaele Postiglione – una gestione approssimata che legittima i dubbi di chi si interroga sull’affidabilità dei numeri. Ogni “cambio di colore” significa limitazioni, difficoltà lavorative, stop di attività, oltre che pressione psicologica su tutti noi. Non sono ammessi errori!”

Le varianti covid-19 incombono soprattutto sulla scuola ed il comitato tecnico-scientifico sta lavorando al piano per fronteggiare la nuova minaccia. Il CTS mostra grossa preoccupazione: le scuole aperte, con la variante inglese che viene trasmessa facilmente proprio dalla fascia più giovane di età, impone un capillare monitoraggio. Patrizio Bianchi, il nuovo Ministro all’Istruzione, in linea con il premier Draghi, ha intenzione di tenere  aperte le scuole. Il Ministro Bianchi, inoltre, vorrebbe approfondire la possibilità di definire la figura del “medico scolastico” che possa mettere in campo veri e propri “pronto intervento sanitari, capaci di arrivare nella stessa mattinata nell’edificio scolastico dove si segnala un cluster di coronavirus e, a quel punto, “identificarlo, circoscriverlo e avviare in tempi immediati i tamponi necessari per dare certezze a studenti e docenti e non chiudere l’intera struttura scolastica“.

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