“Io, speriamo che me la cavo”

Gestione incerta della pandemia e confusa campagna vaccinale

Seguo con attenzione gli sviluppi della pandemia e della campagna vaccinale. Cerco di aggiornarmi, pur fidandomi della scienza e non essendo un no-vax , ma per la mia esperienza familiare diventerebbero imperdonabili eventuali superficialità che purtroppo in alcuni casi si stanno verificando. Pertanto sono contrario a tutte le forme di radicalismi e di estremismi, ma per confronti e soluzioni concordate al fine di evitare scontri sociali.

Si dovrebbero fare varie pubblicazioni per approfondire le questioni ambientali e sanitarie, in particolare la mancanza di bonifiche delle discariche con rifiuti tossici che hanno provocato disastro ambientale; le sospensioni periodiche della diagnostica convenzionata e le conseguenti difficoltà per i pazienti oncologici di fare controlli soprattutto durante la pandemia; il piano pandemico non aggiornato e le bugie in Parlamento del Ministro Speranza; le squallide vicende di AstraZeneca; la limitata immunità del vaccino, tant’è che siamo alla terza dose e si prevede di limitare, giustamente, il green pass a 6/9 mesi perché anche i vaccinati possono contagiarsi ed a loro volta trasmettere il virus; i contrasti televisivi e le posizioni contraddittorie degli scienziati; l’imposizione del green pass sui treni ad alta velocità, nei teatri e ristoranti al chiuso, ma non nelle metropolitane o nei pullmans, ecc.ecc..  Tutto ciò ha creato sfiducia e sbandamento ed è stato lasciato campo libero agli speculatori di mestiere.

Mi limito, allora,  ad evidenziare due  soli argomenti: la carenza della medicina territoriale con la mancata autorizzazione delle cure; l’esperienza personale che non mi ha consentito ancora di fare  la prima dose di vaccino, per cui  costretto ad evitare e/o organizzare eventi, pur nel rispetto delle regole.

Prima della campagna vaccinale si sono sperimentate terapie domiciliari efficaci  che, però, ad oggi, non hanno avuto l’ok in quanto sarebbe emerso il contrasto con il Regolamento  n. 507/2006 dell’Unione Europea che  prevede di autorizzare vaccini sperimentali solamente se non esistono farmaci efficaci. Pertanto fu disposta  la “vigile attesa con tachipirina”. Dal momento che in tutte le sedi si afferma che il vaccino non è più sperimentale e che è stato autorizzato in via definitiva dalla Agenzie internazionali, non si spiega perché non si accelerano le procedure per autorizzare le cure domiciliari, già  sperimentate e con risultati positivi  grazie a medici che non hanno seguito le indicazioni ministeriali e sono intervenuti con i primi sintomi, riuscendo ad evitare molti decessi e ricoveri in terapie intensive.   Ricordiamo tutti che Trump era in campagna elettorale quando fu contagiato dal virus. Gli praticarono una flebo con gli anticorpi monoclonali e dopo tre giorni   continuò la sua  propaganda. Parliamo degli stessi anticorpi prodotti a Latina, di cui  furono rifiutate 10.000 dosi, benchè offerte gratuitamente. Non dimentichiamo il Prof. Giuseppe  Di Donno di Mantova, che con la cura del plasma ha salvato tante vite umane, ma non la sua in quanto si suicidò per le umiliazioni subite. Ricordiamo il Prof. Paolo Ascierto, dell’Istituto “Pascale” ,che all’Ospedale “ Cotugno” di Napoli  sperimentò il farmaco Tocilizumab, con risultati positivi, ma mai autorizzato; oppure l’idrossoclorichina per bloccare la tempesta di citochine provocata dal virus. In questi giorni si  parla della pillola antivirale Molnupiravir, che si sta già utilizzando in Inghilterra, da assumere alla presenza dei primi sintomi, ma non è  ancora in circolazione in Italia. Da noi prima i vaccini a tutti con tre dosi e poi la cura. Chi non può vaccinarsi deve avere la fortuna, come me, di avere un bravo medico di base.

Dal momento che, come per tutti i medicinali, esistono alcune controindicazioni, non si spiega perché non vengono consigliati esami preventivi per determinate patologie pregresse, a titolo gratuito, ma si pretende il consenso informato. Nella massima trasparenza sarebbe stato dato meno fiato ai no-vax. Ho deciso, pertanto, di fare a mie spese specifici accertamenti, prima di prenotare il vaccino. Poi mi sono consultato con il medico di base, il quale, conoscendo le mie patologie, mi ha rilasciato, secondo la normativa, un certificato provvisorio di esenzione e la prescrizione di una visita immunologica. Dopo varie peripezie fui contattato dal Cup , la cui operatrice, molto gentile, mi prenotò la visita per il 28 settembre 2022. Si, avete capito bene, tra 10 mesi. Mi disse anche di farmi prescrivere un’altra richiesta con la postilla “nel più breve tempo possibile, se differibile entro 72 ore” e la visita sarebbe stata anticipata, ma non prima di  maggio 2022. Ho chiesto  una particolare eccezione, dovendo fare il vaccino, come indicato nella prescrizione, ma sono in attesa di risposta.

Intanto per partecipare a qualche evento, pur con mascherina e l’opportuno distanziamento, non serve l’esibizione del certificato di esenzione, ma devo fare  comunque il tampone. Nessuna richiesta, invece, per i vaccinati con green pass valido per un anno e liberi di diffondere il virus.  Ed ancora. I disabili esentati dal vaccino hanno  diritto al tampone gratuito, come prevede la legge n. 106 del 23 luglio 2021, che ha stanziato 10 milioni di euro, ma ai farmacisti non è pervenuta  alcuna disposizione in merito, benché siano trascorsi  4 mesi dall’approvazione della norma. E’ normale tutto ciò? Per me decisamente no! Il Presidente De Luca, dopo i lanciafiamme, vorrebbe ricorrere al napalm contro i novax. Io, ed altri come me, contro chi dovremmo utilizzare tale strumento?

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