Proseguono le indagini della Procura della Repubblica di Napoli, avviate nel mese di aprile dello scorso anno, a seguito dell’inchiesta della giornalista di Repubblica Conchita Sannino. Gli studi hanno riguardato i rapporti tra l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Portici ed un centro privato che ospitava macchine e personale dell’Istituto. Si stava per firmare un contratto di 750.000 euro. Il Centro, privato, avrebbe dovuto analizzare centinaia di tamponi al giorno per il pubblico. Inoltre avrebbe dovuto gestire il Piano Tamponi: l’Istituto avrebbe avuto il ruolo di coordinamento. L’ inchiesta portò all’iscrizione nel registro degli indagati del direttore l’Istituto, Antonio Limone e di un suo collaboratore, Rino Cerino.
I Carabinieri del Nucleo Provinciale di Napoli, su invito della Procura, si sono recati all’Asl di Salerno, all’Ospedale Cotugno di Napoli, all’Istituto Zooprofilattico di Portici, acquisendo file e documenti cartacei per accertare chi ha disposto l’esecuzione dei tamponi anche nel centro di ricerca salernitano, che ha sede nel monastero di San Nicola della Palma, con quali strumentazioni, a quale prezzo e per quali motivi.
Le indagini sono state affidate dal Procuratore Capo Giovanni Melillo ad un pool costituito da 4 magistrati, i quali dovranno anche chiarire le attività di screening della Fondazione Ebris, un Istituto di ricerche di Salerno, nel cui CDA è presente il cardiochirurgo Enrico Coscioni, collaboratore di De Luca e Presidente dell’Agenzia Nazionale AGENAS, l’agenzia per i servizi sanitari regionali. I Magistrati dovranno chiarire quali sono stati i costi dei tamponi e se gli stessi sono stati pagati più volte. Inoltre dovranno fare chiarezza su tutte le spese legate al Covid, compreso l’ eventuale incremento di stipendi e straordinari dell’Istituto di Portici.