Inaccettabili ritardi per le cure domiciliari antiCovid

Si prevede che da ottobre verranno autorizzati 5 protocolli

Con inspiegabile ritardo è stata trovata l’intesa tra Stato e Regioni per uniformare e potenziare le cure domiciliari. Tale servizio di assistenza finora era regolato in autonomia, ed ha fatto emergere profonde differenze tra i territori, a volte gravando anche sulla situazione dei ricoveri dei pazienti affetti da Covid. A ciò si aggiunge che la ripartizione dei fondi tra le regioni ha sempre danneggiato la Campania ed il Sud per l’applicazione del criterio della quota capitaria, che va cambiata, con milioni di euro in meno ogni anno rispetto alle regioni del Nord. Negli anni sono stati accumulati notevoli deficit, anche per incapacità gestionali, che ha provocato il commissariamento della sanità campana, con tagli di posti letto e di personale, di cui abbiamo avvertito le conseguenze proprio durante la pandemia. Le lamentele del Presidente De Luca di avere migliaia di personale e diversi milioni di contributi in meno rispetto alle altre regioni sono sacrosante, ma poi non si spiegano larghe fasce di precariato .

Il  Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha dichiarato che con l’accordo “si compie un passo fondamentale per costruire la sanità di domani. Con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza investiamo 4 miliardi di euro per portare l’assistenza pubblica e i trattamenti più appropriati in casa”. Era ora!

Con la definizione dei protocolli e delle convenzioni per le cure domiciliari si dovrebbe andare verso il superamento della “vigile attesa con tachipirina” che in questi 18 mesi di pandemia ha provocato molti ricoveri in ospedale  e tanti morti, in quanto non è stata data la possibilità ai medici di base di interventi immediati ai primi sintomi, con gravi conseguenze anche di natura economica, dal momento che un ricovero in ospedale costa 600 euro al giorno, mentre una cura domiciliare si aggira su alcune decine di euro.

Diventa inspiegabile (per chi ha preferito leggere ed approfondire le varie problematiche pur non essendo medico), che in 8/10 mesi sono stati testati ed approvatidiversi vaccini, benché sub conditione e con l’avallo del consenso informato del paziente, mentre in 18 mesi non sono stati definiti protocolli di cure domiciliari che avrebbero salvato migliaia di vite umane. Eppure sono state fatte varie sperimentazioni, che vanno dal plasma iperimmune dei soggetti negativizzati dal covid (ricordiamo il compianto prof. Giuseppe De Donno di Mantova e non solo), all’idrossoclorichina per bloccare la tempesta di citochineprovocata dal virus, con Plaqueni; tanti altri medicinali che sono stati sperimentati, come il famoso Tocilizumab utilizzato al Cotugno dal prof. Ascierto, ecc. E che dire del rifiuto di 20.000 dosi di anticorpi monoclonali, prodotti in Italia, offerti gratuitamente lo scorso anno, pur avendo curato personaggi illustri, ad esempio Trump, che dopo tre giorni dall’accertamento del contagio era già in giro per continuare la campagna elettorale? Ebbene è stata fatta la scelta di dare la precedenza alla sperimentazione di massa con il siero. Forse non si sarebbe avviato questo percorso, con miliardi di euro investiti, se fossero state introdotte quelle terapie domiciliari, che invece non ebbero autorizzazioni, anzi addirittura dichiarate inefficaci dagli Enti preposti. Quante vite umane avremmo salvate con le cure tempestive e con una medicina territoriale efficiente? Altra notizia inspiegabile (oppure forse molto chiara) è l’attesa del prossimo mese di ottobre per l’introduzione dei protocolli per le cure domiciliari. I mesi di agosto e settembre sono dedicati alla vaccinazione di massa dei giovani 12-18 anni per consentire la didattica in presenza ed in sicurezza. Per le scuole primarie e dell’infanzia? Nessun problema, basta che tutto il personale scolastico risulti vaccinato? Si sta tentando di fare chiarezza attraverso la sottoscrizione di protocolli, anche se poi vengono  interpretati e chiariti a seguito di alcune proteste, in particolare dei Dirigenti Scolastici.

Sono principalmente queste le motivazioni che hanno creato incertezza e sbandamento. E non possiamo classificare con disprezzo novax coloro che pongono interrogativi, soprattutto a seguito dell’esperienza maturata sulla loro pelle, oppure perché affetti da patologie che potrebbero risultare incompatibili con il siero sperimentale. Questi soggetti hanno il diritto di avere una risposta certa e convincente, senza essere discriminati con provvedimenti illegittimi, ma si è ancora alla ricerca di una soluzione credibile.

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