Il Vaccino universale proteggerà da tutte le varianti: ecco i tempi

Come affrontare le eventuali nuove varianti, visto che secondo le indicazioni dell'Ema «non possiamo continuare a dare dosi di richiamo ogni 3-4 mesi»?

L’efficacia del vaccino è progressivamente diminuita con la variante Omicron, tant’è che la comunità scientifica ha ritenuto necessario l’introduzione del cosiddetto booster, cioè la terza dose a distanza di 4 mesi dalla seconda. Prima di consolidare questa tesi, i provvedimenti normativi si sono affannosamente inseguiti tra ripensamenti e contraddizioni. E’ noto che i vaccini siano progettati per riconoscere parti della proteina Spike del virus Sars-CoV-2 originale, ma le varianti che presentano più mutazioni nella Spike, come Omicron, riescono a eludere meglio la protezione. Il virus continuerà certamente ad evolversi come ha fatto finora. Per tale ragione molti ricercatori nel mondo stanno lavorando per sviluppare un vaccino universale anti Covid-19, se non addirittura di un vaccino universale anti coronavirus, in grado di offrire protezione oltre che su Sars CoV-2, anche su tutti i coronavirus umani conosciuti (tra i quali anche i quattro che causano raffreddori comuni).

L’esercito degli USA ha recentemente comunicato i risultati di un candidato vaccino chiamato Spik Ferritin Nanoparticle (SpFN) sviluppato dai ricercatori del Walter Reed Army Institute of Research. Gli attuali vaccini presentano una sola versione della Spike, ma come è stato visto il rischio è che il virus muti e non venga più riconosciuto. Questo vaccino invece di basa su una tecnologia sviluppata per produrre vaccini antinfluenzali universali ed è composto da una nanoparticella, Ferritin Nanoparticle (SpFN), a forma di pallone da calcio con 24 facce decorate con più copie della proteina spike del SARS-CoV-2 originale. Il sistema immunitario stimolato da questo tipo di vaccino sviluppa anticorpi neutralizzanti in grado di contrastare le diverse varianti e quelle che potranno nascere in futuro. Per questo gli scienziati credono che potrà conferire una protezione più ampia rispetto ai vaccini attualiLa fase 1, è partita ad aprile 2021 ed ha visto la partecipazione di 72 volontari tra i 18 e i 55 anni. Il numero di partecipanti di amplierà durante le fasi successive della sperimentazione. Tale nuovo vaccino prevede il secondo richiamo a distanza di 28 giorni dalla prima dose e dopo 6 mesi un terzo richiamo.

La comunità scientifica internazionale resta in attesa di conoscere gli sviluppi di questo nuovo vaccino e di altre strade, come ad esempio lo spray nasale in grado di inibire l’accesso del virus alle vie respiratorie. Nel frattempo valuta come affrontare le eventuali nuove varianti, visto che secondo le indicazioni dell’Ema «non possiamo continuare a dare dosi di richiamo ogni 3-4 mesi».

Fonte: il corriere.it

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