Il presidente della Società italiana di Virologia sulla 4 dose: “Fare tre vaccinazioni all’anno non è sostenibile”

L’Italia ha vissuto le festività natalizie nel pieno della quarta ondata. I numeri si sono moltiplicati giorno per giorno vertiginosamente e milioni di italiani sono finiti in quarantena. Le falle di una sanità malata sono inevitabilmente emerse anche stavolta, come in tutti i periodi di emergenza, anche se edulcorate dai media i quali hanno ripetutamente evidenziato che “grazie alla campagna vaccinale gli ospedali non sono al collasso”. In questo show natalizio il collasso ha visto protagoniste, invece, le farmacie. In ogni famiglia si sono spese cifre blu per i tamponi, a pagamento per tutte le fasce di reddito, tranne se realizzati in ospedale o negli altri presidi presi d’assalto da chi presentava sintomi o fosse contatto diretto di un positivo.

Arnaldo Caruso
, il presidente della Società italiana di virologia e direttore del Laboratorio di microbiologia dell’Asst Spedali Civili, lancia un allarme sulla campagna vaccinazione in una sua intervista a ‘Il Giorno’: Solitamente le vaccinazioni lasciano una memoria immunitaria lunga, ma con un virus così mutato l’antidoto – calibrato su ceppi precedenti – perde efficacia in fretta: è necessario sequenziare i patogeni in modo massiccio per aggiornare le fiale prima che le nuove varianti siano incontrollabili. Fare tre vaccinazioni all’anno non è sostenibile. I dati clinici dicono che l’efficacia c’è, molto sui giovani, meno su fragili e anziani. Ma tutto dipende dall’intensità della risposta immunitaria personale. La terza dose, in genere, comincia a perdere forza entro 4-6 mesi.”

Caruso parla delle mutazioni del Covid e di come i vaccini si debbano adattare per non perdere efficacia: “Una quarta dose dello stesso vaccino, con Omicron molto mutata e che può mutare ancora, non è auspicabile. Serve, per il nuovo richiamo, tra 4-6 mesi un antidoto che sia confezionato anche sulla proteina variante di Omicron. Abbiamo un prodotto formulato su una sola proteina Spike della vecchia variante, mentre il virus è molto mutato. Gli anticorpi per contattare tutte le mutazioni devono essere tanti e molto attivi, ed ecco che parliamo della quarta dose. Senza un vaccino calibrato su tutte le varianti, siamo costretti a tante iniezioni. Ma ciò non può andare avanti all’infinito.”

Il rapido succedersi di varianti lascia aperta l’ipotesi endemica. Bisogna, però, scoprire sul nascere i nuovi ceppi con un sequenziamento mondiale, così da produrre subito vaccini aggiornati. Per uscire dalla pandemia bisognava vaccinare il mondo, ma non è possibile perché rincorriamo il virus. Dunque, non resta che immunizzare più gente possibile, mentre le infezioni proseguono ma con un virus che perde forza: fra anni e anni avremo una sorta di immunità di gregge mondiale.” 

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