Il potenziamento nella scuola ha creato insegnanti tappabuchi

Lo sfogo di un docente di pianoforte che ha lasciato Pozzuoli e si è trasferito in un’altra provincia della Campania

Ricevo e pubblico:
<<Dal 1980 insegno musica nelle scuole medie. Dal 1990 insegno, ininterrottamente fino a quest’anno, pianoforte. 34 anni di intenso lavoro specializzato senza mai assentarmi. Ho lavorato sempre con entusiasmo e attenzione ai bisogni degli studenti. Ho contemporaneamente sempre avuto una buona attività artistica internazionale. A gennaio acquisto una casa, chiedo il trasferimento che non mi viene accordato. Chiedo poi, attraverso un sindacato, una assegnazione provvisoria che mi viene accordata. Il 26 agosto scorso, 5 giorni prima di prendere servizio, telefono alla nuova scuola per scoprire che la scuola non è a ” Indirizzo Musicale”…e cosa dovrò fare? Mi chiedo.

Mi viene detto “potenziamento”. In parole povere supplenze, 18 ore di supplenze alla settimana. La mattina arrivo a scuola, dopo un’ora di viaggio in macchina, e vengo a sapere la sequela delle classi dove devo andare a sostituire i docenti che si assentano, molto numerosi a quanto riscontro. Sono caduto in una crisi profondissima. Non ho nessuna possibilità di programmare un percorso, di conoscere gli studenti, salto casualmente da una classe all’altra. Ho preso alcuni giorni di malattia schiacciato dal malessere per questa trappola in cui sono caduto e sono stato più o meno velatamente minacciato che se avessi preso altri giorni di malattia avrei potuto subire una visita collegiale…

Nessuno parla di questa aberrazione del sistema scolastico. I colleghi, nel migliore dei casi, dicono: “Vabbè dai, passerà quest’anno…!” Ma io non ho più l’età per sperare che un anno mi voli via dalle dita che non suonano più! Io vorrei sapere chi ha deciso che un dipendente dello stato italiano possa cadere in un attimo in una situazione così assurda e allucinante!>>

Lettera firmata

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