Siamo tutti imperfetti, ma cerchiamo la perfezione nell’altro. Ciascuno di noi ha le proprie mancanze verso il prossimo, ma non le vede. Vede solo quelle dell’altro verso di sé. Il rancore sobilla l’animo rendendolo tormentato, sofferente. Scava trincee e apre le porte della solitudine e della malattia.
Dal Siracide di oggi:
“Il rancore e l’ira sono un abominio,
il peccatore li possiede.
Chi si vendica avrà la vendetta dal Signore
ed egli terrà sempre presenti i suoi peccati.
Perdona l’offesa al tuo prossimo
e allora per la tua preghiera
ti saranno rimessi i peccati.
Se qualcuno conserva la collera verso un altro uomo, come oserà chiedere la guarigione al Signore? Egli non ha misericordia per l’uomo suo simile, e osa pregare per i suoi peccati? Egli, che è soltanto carne, conserva rancore; chi perdonerà i suoi peccati? Ricordati della tua fine e smetti di odiare, ricordati della dissoluzione e della morte e resta fedele ai comandamenti. Ricordati dei comandamenti e non aver rancore verso il prossimo, ricordati dell’alleanza con l’Altissimo e non far conto dell’offesa subita”.
Il perdono é un atto d’amore verso se stessi. L’indulgenza verso gli altri ci rende liberi e ci restituisce pace.