Due differenti varianti (Delta e Omicron) spingono la pandemia verso due differenti infezioni. È quanto afferma il dott. Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri: “Le infezioni da coronavirus sono oggi spinte da due varianti differenti che ancora circolano contemporaneamente”. In merito ai guariti dal Covid 19, il professore precisa anche: “Si potrà contrarre un’infezione da un’altra variante, magari Delta o qualche nuovo ceppo mutato che potrà emergere nei prossimi mesi, scenario piuttosto probabile finché il virus continuerà a circolare”. Nel lungo periodo le cose potrebbero essere un po’ diverse: “Qualcuno potrà forse contagiarsi di nuovo con Omicron a distanza di tempo ma, grazie al lavoro delle cellule T, senza accorgersene e senza alcun cenno di malattia”. Dello stesso parere sembra essere il virologo Fabrizio Pregliasco: “Ritengo improbabile riammalarsi di Omicron, almeno sul breve periodo e vorrei tranquillizzare chi si è appena contagiato che non andrà incontro a una nuova infezione con lo stesso ceppo”. Come succede con l’influenza magari tra uno o due anni sarà possibile riprendere il Covid”, ha aggiunto Preglisco. Però “non sarà più Omicron perché nel frattempo sarà mutato, dal momento che Sars CoV-2 è instabile”.
I guariti di Covid possono contagiarsi di nuovo con la variante di un altro ceppo
Alcuni scienziati smentiscono le affermazioni del Prof. Frajese