I bambini parlano degli anziani perché fanno parte del loro mondo. Non solo la famiglia, ma anche la scuola deve favorire questa relazione, rimarcandone il ruolo e gli insegnamenti. E’ un monito induttivo quello che spetta al “maestro elementare”. Kant afferma che “lo studente non deve imparare dei PENSIERI, ma a PENSARE”. Un maestro deve insegnare al proprio allievo che il mondo è a colori e che solo grazie a questo arcobaleno ciascuno un domani potrà avere il proprio posto e vivere la vita con dignità. Il rispetto del “diverso”, dell’anziano, della natura, dell’altro in generale, va insegnato contestualmente dalla famiglia, che getta le prime basi, e dalla scuola. “Professionalità” è una parola che ingloba tutto. Alla competenza didattica vanno associate tante altre qualità: l’ascolto, la sensibilità, l’equilibrio, il senso dell’umorismo, la disponibilità, la capacità di lavorare in squadra. Si potrà allora parlare di MAESTRI: coloro che rimarranno indelebili nella mente e nel cuore delle future generazioni.
Ecco alcuni significativi lavori di quattro bambine di 10 anni: Giulia Ingenito, Giulia Granieri, Aurora Altieri e Elisa Esposito, capitanati dalla maestra Marisa Marra. Nell’ambito dell’attività didattica hanno approfondito l’importanza cruciale che assume l’anziano nella comunità.