Dal 10 al 30 giugno 2022, presso Castel Nuovo Napoli, si terrà la mostra di Vincenzo Aulitto, artista poliedrico, recentemente scomparso. I curatori, Simona Zamparelli e Olga Scotto di Vettimo mettono in luce sovrapposizioni, scomposizioni, decontestualizzazioni, tutti “strumenti” che Vincenzo Aulitto ha da sempre elaborato nelle sue opere.
Attraverso 28 lavori realizzati con tecniche miste, con i colori e materiali della natura, c’è la vita che si contempla non solo con la mente e la ricerca dell’artista puteolano, ma con la scienza, con la biologia e con tutti gli elementi della storia uomo/natura. “Le piante – scriveva l’artista – germogliano nel mio corpo ed il respiro di tutte le cose alita come un flauto nelle mie opere”. Vedremo attraverso i lavori la biologia o la filosofia della natura? Arte della Natura o natura dell’Arte? In effetti non c’è una separazione netta tra gli argomenti. Elementi e temi vengono affrontati in un continuo dialogo onirico e fantasioso. Semi, radici, foglie, piante dei Campi Flegrei, sabbia vulcanica, ossidiana, germogli di iris, petali di fiori, tufo, rosso di Pozzuoli rappresentano la nascita, lo sviluppo della natura, umana e vegetale.
Sono tutte “Germinazioni”, nome che Aulitto ha voluto dare alla mostra annunciando la scelta nella Giornata del Contemporaneo del 2020. Aulitto con lucida consapevolezza guarda il mondo con il proprio specchio parlando della vita e il continuo rimando a se stessa. Mettendo a nudo la materia la fa rinascere liberandola dalla sua impurità, dalle sue false dottrine, metafora di nuova speranza, di ricchezza materiale e spirituale nuova, originaria. La sua fame visionaria non assume mai la violenza di un’ingorda brama, come spesso in altri artisti succede. Essa è sempre temperata da una discrezione di fondo che ingentilisce la rottura linguistica attraverso l’estrema purificazione del lessico. Le piante, i materiali trovati diventano per lui motivo di studio e ricerca, tingendosi di nuove speranze spirituali per analizzare l’inarrestabile trasformazione della vita esorcizzata attraverso le emozioni nella rassicurante stabilità del simbolo stesso.
Dal 2017 la Collezione Valenzi ospita in permanenza “Lunetta Leggera”, opera sferica che rappresenta l’infinito, il caos primordiale in contrasto con la caducità della materia. Aulitto è uno spazializzatore del tempo, teche di plexiglass racchiudono oggi le sue opere con lo scopo di saldare per sempre la vita delle cose, dell’arte e della natura.