Gli esami di maturità sono alle porte: vedranno l’avvio il 19 giugno. In queste ore cruciali per i circa 500 mila maturandi, la novità di questo capolavoro che si affaccia sull’esame di Stato porta tanti interrogativi. “Capolavoro” dello studente dunque, un elemento che fa parte dell’E-Portfolio, ovvero di quel contenitore digitale, nato con la riforma sull’orientamento prevista dal Pnrr, in cui è presente il percorso scolastico degli studenti, e dove essi stessi devono inserire le informazioni che possano valorizzarli. Il “capolavoro” deve rappresentare un obiettivo raggiunto nell’ultimo triennio, come un’esperienza di volontariato, un anno all’estero o un progetto di alternanza scuola-lavoro; deve essere, insomma, un progetto individuale che permette agli studenti di parlare di qualcosa di cui sono particolarmente fieri e che hanno fatto durante l’anno.
Del Capolavoro possono far parte vari tipi di materiali, sulla base delle competenze del singolo studente. Ad esempio, si può scrivere una storia, o anche un articolo di giornale, se si è bravi nella scrittura, oppure una canzone se si studia qualche strumento musicale, o ancora un disegno o un esperimento, anche di gruppo. L’importante è che possa essere associata a una o più competenze tra quelle censite dalla piattaforma in accordo con il quadro delle competenze europee.
Tanta confusione però è sorta su questa novità: alcuni lo hanno prima scambiato per la vecchia tesina di maturità, abolita due anni fa, altri lo hanno fatto diventare un trend su TikTok. Nei giorni scorsi il ministero di viale Trastevere ha diffuso una nota con la quale viene messo nero su bianco che il capolavoro non sarà oggetto del colloquio di esame di Stato e non andrà a confluire direttamente nel curriculum dello studente, di cui tiene conto la Commissione nello svolgimento del colloquio.
Ma qual è la proposta ministeriale?
Nell’intenzione del ministero, questo lavoro dovrebbe essere visto come un momento di autovalutazione, un «atto soggettivo di riflessione sul proprio percorso di apprendimento e di crescita personale» ma, osservano criticamente gli studenti, «è una autovalutazione su un prodotto che non avrà alcuna influenza sull’esito dell’esame di maturità». In un recente sondaggio su un campione di 500 alunni delle quinte classi, solo il 16% reputa il capolavoro un’opportunità in favore degli studenti. Nell’E-Portfolio è poi presente un altro elemento che, invece, va assolutamente compilato in vista dell’esame di Stato: il curriculum dello studente. Qui la normativa è stata chiara da subito: se ne terrà conto in sede d’esame e le informazioni fornite dallo studente aiuteranno a farsi un’idea del percorso svolto anche al di là delle attività scolastiche.
Ma per chi è uno studente atleta, ad esempio, che si trovi a fare un percorso di sacrificio notevole per quel tipo di attività, il capolavoro “potrebbe essere quello di allenarsi rinunciando alle uscite, avendo una dieta equilibrata e quindi promuovendo un sano e corretto stile di vita”. Cosa non è, invece, un “capolavoro”? “Tutto quello che era una tesina, ossia un riassunto, una relazione, una semplice narrazione di un lavoro qualunque fatto in classe. Non è per esempio la sintesi di un progetto, anche se bellissimo, di educazione civica. Non è il racconto di un viaggio Erasmus che si limita a riportare l’esperienza fatta. Dovrebbe essere qualcosa che aggiunge e che differenzia da tutti gli altri”. Inoltre a ogni “capolavoro” deve essere associata una o più competenze maturate: quello che è certo è la sua obbligatorietà ma escluso dalla valutazione.
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