Le indagini sullo smaltimento delle ecoballe di Giugliano furono avviate 15 mesi fa dai PM Francesca De Renzis e Giorgio Vanacore, coordinati dal Procuratore Sergio Amato. A seguito di richiesta di proroga, gli indagati sono diventati 26, tra cui il Presidente della Regione Vincenzo De Luca, il suo Vice Fulvio Bonavitacola, l’ex assessore all’ambiente del Comune di Napoli Raffaele Del Giudice, funzionari dell’ASIA (l’azienda che cura i servizi di igiene ambientale) e della SAPNA (la società che si occupa della gestione integrata dei rifiuti della provincia di Napoli).
Per il Presidente De Luca le ipotesi di reato riguardano le omissioni di atti di ufficio ed il mancato commissariamento degli Enti, tra cui il Comune di Napoli, che non hanno rispettato gli standard imposti dall’Unione Europea. Su questa vicenda i rappresentanti istituzionali ai vari livelli hanno sempre assunto impegni; per le ecoballe furono stanziati per un triennio 450 milioni di euro; lo scorso anno fu mantenuta la promessa dell’ex Ministro dell’Ambiente Sergio Costa e l’intera area fu trasformata da SIR (sito di interesse regionale) a SIN (sito di interesse regionale), ma ad oggi manca il decreto ministeriale di perimetrazione. Andrebbe affermato il principio di intervento dell’ente di livello superiore, soprattutto se stanzia fondi e di commissariare la struttura competente per non aver rispettato standard e termini previsti.
Tale principio dovrebbe valere anche per gli scarichi a mare dei canali (ad esempio quelli di Licola e di via Napoli a Pozzuoli) nonché per la messa in sicurezza delle discariche (ad esempio le 5 di via Provinciale Pianura ed il cratere Senga riempiti di rifiuti tossici). Nello specifico in primis sono certamente inadempienti i Comuni e la Città Metropolitana per l’assenza di controllo del territorio e per il mancato coordinamento, ma la Regione aveva poteri di intervento? A sua volta il Ministero dell’Ambiente aveva il potere di commissariare in presenza di un disastro ambientale che si trascina da anni e che ha provocato tantissime patologie oncologiche? Registriamo un intervento solamente per il Canale di Quarto, ma non basta.
Le Associazioni del comprensorio flegreo-giuglianese ed i cittadini tutti aspettano risposte a questi interrogativi, unitamente alla speranza che le indagini della Procura facciano finalmente chiarezza ed individuino le responsabilità.