È morta ieri, all’età di 77 anni, Catherine Spaak. Era stata colpita due anni fa da emorragia cerebrale; in un’intervista TV aveva parlato molto apertamente della sua malattia, sottolineando che non bisogna mai vergognarsi di essere malati. “Voglio che alle persone arrivi un messaggio – aveva dichiarato a storie Italiane – se siamo malati non dobbiamo vergognarci“. Parole che arrivavano alla fine di un percorso affrontato con determinazione dall’attrice belga: contestualmente all’emorragia, infatti, Catherine perse la vista e la capacità di camminare. La notte dell’emorragia, i medici le dissero che probabilmente non sarebbe arrivata all’alba del giorno dopo. Dopo un lungo percorso riabilitativo, l’attrice belga era ritornata ad una vita abbastanza normale. Ma poi la malattia si era presentata altre due volte. In particolar modo l’ictus del 25 luglio scorso, il terzo, mentre si trovava in vacanza a Sabaudia, le lasció ben poche speranze. Dopo mesi di sofferenza se n’è andata ieri, accompagnata da sua sorella, Agnes, alla quale ha affidato le sue ultime volontà, tra cui quella di essere cremata. I funerali si svolgeranno in forma privata. L’attrice, era al quarto matrimonio, ma nell’ultima intervista si era proclamata nuovamente single: l’ultimo marito, Vladimiro Tuselli, ex comandante di navi, lo aveva sposato il 19 luglio 2013 in Sicilia, precisamente, nel suggestivo paese di Erice. Lascia i due figli avuti da precedenti matrimoni: Sabrina Cappucci, avuta a 17 anni dall’attore Fabrizio Capucci; Gabriele Guidi, avuto durante il matrimonio con Johnny Dorelli, durato 7 anni.
Catherine era nata in Francia, il 3 aprile 1945, a pochi mesi dalla fine della guerra, ma era poi tornata coi suoi a Bruxelles dove la madre recitava e il padre scriveva sceneggiature. Una vera famiglia d’artisti come prova anche la carriera di sua sorella Agnès, di un anno più grande e presto attratta dal palcoscenico, poi dai set cinematografici e infine affermatasi come fotografa. Catherine invece approdò al cinema quasi per caso, appena quattordicenne, quando sua madre accettò per lei la proposta di Jacques Becker che la volle per un piccolo ruolo ne «Il buco» (1959) dopo averla notata nel cortometraggio «L’inverno» di Jacques Gautier. Indipendente, ribelle, la ragazza parte per l’Italia e si ritrova quasi per caso sul set di Alberto Lattuada, indefesso scopritore di nuovi talenti con una predilezione per le ‘fanciulle in fiorè. Spaak non sa che il suo primo film ‘italianò è destinato a cambiarle la vita: «I dolci inganni» è infatti un vero successo generazionale. Da qui una fulgida carriera con i più grandi attori e registi italiani ed internazionali.
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