Donna tenta il suicidio alla stazione di Piazza Leopardi

Il racconto shock di un passeggero del treno metropolitano partito alle 18.41 da Piazza Garibaldi in direzione Pozzuoli

*Ricevo e pubblico la testimonianza di chi ha assistito a uno dei drammi della solitudine. L’indifferenza dinanzi alla disperazione è l’aspetto più grottesco di questa storia. La vita scorre rapida e l’imprevisto rende talvolta disumane le persone che ci passano accanto. Si parla tanto di solidarietà, ma è solo un’utopia sociologica.

“Cara GIÓ, viaggio movimentato oggi in metro. Dopo essermi rilassato in Puglia, a Napoli sono rientrato subito nella solita routine. Metropolitana ferma per quasi mezz’ora alla stazione di Piazza Leopardi perché una donna voleva gettarsi sotto al treno, in quanto era stata lasciata dal marito. Le urla di disperazione mi hanno impressionato, così come le imprecazioni da parte dei passeggeri, che avevano perso la coincidenza per Villa Literno. Alla fine è stata prelevata dalla Polizia, che l’ha portata fuori dalla stazione. Tra i passeggeri qualcuno affermava di voler fuggire via dall’Italia, perché in Metropolitana ogni giorno succede qualcosa, e per via del Super Green pass già è difficoltoso viaggiare. Qualcun altro diceva: “Ma proprio adesso voleva suicidarsi? Almeno faceva passare prima noi e poi si buttava sotto“. Una dipendente delle ferrovie ha percorso tutti i vagoni chiedendo ad alta voce se c’era un poliziotto o un carabiniere, in quanto non venivano a capo della situazione. La donna infatti, strillava ed aveva bloccato il traffico ferroviario. Alla fine due o tre poliziotti venuti da fuori l’hanno prelevata e l’ho vista passare: “Perché è capitato proprio a me?” – diceva. Sembra avesse anche una figlia da mantenere ma non sapeva come sfamarla. Almeno così si diceva nel treno… Le urla erano strazianti e continue. In un primo momento mi chiedevo se si trattasse di qualcuno che era stato sorpreso senza biglietto o senza Super Green pass, ma gli strilli mi sembravano sproporzionati di fronte ad una tale eventualità. Poi si parlava di una persona molestata in treno e infine si è saputa la verità. Non ho ascoltato nessuna parola di pietà fra i passeggeri; solo lamentele per il ritardo, imprecazioni per la mancata coincidenza con la corsa che andava a Villa Literno e persino parole scurrili contro questa donna che sembrava vivere in solitudine il suo dramma. Insomma, i sentimenti prevalenti nel treno erano: indifferenza, ira, seccatura. Forse è proprio nei poliziotti che accompagnavano la donna fuori dalla stazione che ho percepito maggiore umanità, in quanto sembravano partecipi delle sofferenze di questa persona.“

*Modesto Caruso 

Di seguito sono riportati i versi di WISLAWA SZYMBORSKA. Inducono ad una riflessione profonda e ad un bilancio.

NULLA E’ IN REGALO
Nulla è in regalo, tutto è in prestito.
Sono indebitata fino al collo.
Sarò costretta a pagare per me
con me stessa,
a rendere la vita in cambio della vita.

È così che è stabilito,
il cuore va reso
e il fegato va reso
e ogni singolo dito.

È troppo tardi per impugnare il contratto.
Quanto devo
Mi sarà tolto con la pelle.

Me ne vado per il mondo
tra una folla di altri debitori.
Su alcuni grava l’obbligo
di pagare le ali.
Altri dovranno, per amore o per forza,
rendere conto delle foglie.

Nella colonna Dare
ogni tessuto che è in noi.
Non un ciglio, non un peduncolo
da conservare per sempre.

L’inventario è preciso,
e a quanto pare
ci toccherà restare con niente.

Non riesco a ricordare
dove, quando e perchè
ho permesso che aprissero
questo conto a mio nome.

La protesta contro di esso
la chiamiamo anima.
E questa è l’unica voce
che manca nell’inventario.

 

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