Dalla parte del malato: storia di disumanità sanitaria

La storia di Maria, 90 anni,“ sequestrata” dalla struttura sanitaria sia da viva, nel reparto di Medicina Generale, che da defunta, nella sala mortuaria.

Ecco l’ennesima storia di un malato. L’ennesimo racconto di chi si è sentito abbandonato da tutto e da tutti. Quanto si ritiene che la serenità e il calore di un familiare siano propedeutici alla guarigione? Ebbene le norme sanitarie italiane ben poco. Ancora meno quelle della regione Campania dove, Covid a parte, il paziente versa nei reparti in uno stato di vero e proprio abbandono. Il personale, sottodimensionato rispetto alle esigenze dei reparti, spesso non dà adeguata l’assistenza.

È emergenza dal sud al nord. Ero al telefono con Ida, ricoverata presso il Cardarelli di Napoli, quando ascoltavo i pazienti battere il cucchiaio sulla sponda di ferro del letto per richiamare (invano) il personale sanitario. I pronto soccorso degli ospedali sono congestionati, i reparti privi di personale, le strutture intensive blindate.

LA STORIA DI MARIA

Maria Morrauna signora 90enne di Pozzuoli, spira nel reparto di Medicina interna dell’Ospedale Santa Maria delle Grazie dopo due settimane di agonia. Lascia la sua casa e i suoi affetti dopo un malore. Trasportata in ambulanza, entra in ospedale e, come denuncia il figlio, viene“sequestrata” dalla struttura, sia da viva nello stesso reparto, che da defunta nella sala mortuaria. Queste le sue parole:Cara Mamma innanzitutto ti chiedo perdono. Perdono per la sofferenza che hai dovuto sopportare in questi giorni prima di trovare la pace. Perdono per non aver ascoltato il tuo dolore fino in fondo. Perdono anche per quelle persone che con scarsa umanità non hanno permesso ai tuoi figli di esserti vicino in questi giorni di terribile sofferenza”…

Purtroppo con forte rammarico – dichiara Salvio Morrone – porto all’attenzione della comunità puteolana, campana e nazionale, come ancora oggi in una parte del nostro Paese, in particolare all’ospedale di Pozzuoli Santa Maria delle Grazie, si applichino le regole COVID come se fossimo in piena emergenza sanitaria! Regole disumane che non permettono ai propri figli di poter assistere e/o vedere la propria mamma, nelle ultime ore della sua vita e neanche dopo da defunta in sala mortuaria. Tutto ciò oggi è permesso in altri ospedali, sia di Napoli che di altre regioni (come d esempio Torino città dove vivo da oltre trenta anni). La domanda è: Perchè? Perchè in questo ospedale, in un reparto ordinario (non di terapia intensiva) non si è in grado di definire e rendere applicabili regole di accesso ai familiari, pur se con limitazioni di tempo e di numero di persone? E’ tanto difficile? Ancora più triste ed irritante è stato il rimpallo di responsabilità tra la direzione sanitaria ed il primario del reparto per ottenere un permesso di 10 minuti, visto l’aggravarsi delle condizioni di mia mamma. Nessuno si è preso la responsabilità di questo permesso: l’uno dichiarava che era l’altro che doveva decidere. Entrambi però erano d’accordo su una cosa e cioè che la responsabilità di questa poca flessibilità era dovuta al fatto che in Campania ci fosse un governatore “rigido”. Ovviamente ciò è ridicolo e scandaloso in quanto è stata solo una scusa per nascondere la non volontà di esercitare una responsabilità assegnata ad una classe dirigente scadente, una classe dirigente “incapace” di organizzarsi con regole e processi operativi che garantiscano diritti di umanità e sicurezza per tutti! Ho chiesto perdono a mamma per conto di questi signori/e manager di questo ospedale ed auguro a tutti loro di non trovarsi mai nella stessa condizione di abbandono e distacco familiare che ha vissuto la mia mamma in questi giorni. Spero che il mio sfogo possa essere di aiuto a risvegliare le coscienze della comunità puteolana a cui io mi sento fortemente di appartenere.

La tutela della dignità umana forse è l’unico aspetto che può rendere più sereno l’individuo nell’affrontare la malattia. Essere curato con competenza, essere assistiti durante la degenza da personale specializzato e da una persona di famiglia, gratuità delle cure: ecco gli elementi indispensabili della sanità pubblica. In molti ospedali, purtroppo, ancora una chimera, salvo le dovute eccezioni.

Ripropongo la storia del dott. Maddaluno, medico di base puteolano nelle dichiarazioni fatte al blog da suo figlio Simone:

“La disumanità dimostrata nella gestione della malattia di papà è agghiacciante”

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