Ricevo e pubblico:
“Gentile Giovanna, con questa lettera voglio condividere quanto accaduto ad una persona a me vicina. Da mesi si parla di distanziamento sociale e di ospedali con rianimazioni insufficienti. Ricordo quando qualche anno fa un medico illuminato organizzò un corso di primo soccorso a Quarto (NA) per noi che non avevamo l’ospedale in città. Con entusiasmo nell’ottica della prevenzione partecipammo. Grazie a quel corso negli anni ho fatto diversi interventi in attesa dell’ospedale. Nel 2020, contrarre il Covid a Quarto (Na) vuol dire attendere che il medico di base si attivi per richiedere che ti chiamino per fare il tampone. Dopo 48 ore con la comparsa della febbre ha cominciato a non sentire gli odori, finalmente un messaggio al cellulare, appuntamento per il tampone nel parcheggio dell’ospedale di Frattamaggiore. Da Quarto l’ospedale più vicino è Pozzuoli, ma il programma del Servizio Sanitario non lo sa, in coscienza da solo con la febbre in auto va a Frattamaggiore. Di ritorno dall’ospedale si rimette in quarantena a casa, sale la febbre, chiama il medico di base, scopre che per attivare l’ambulanza bisogna farlo attraverso il 118 che non risponde. Il medico suggerisce di contattare la Tenenza dei Carabinieri per attivare il 118.

Lettera firmata