Il popolo dei no pass è sceso in piazza anche ieri in diverse città italiane. Le manifestazioni più imponenti sono state quelle di Roma e Milano. Analizziamo le motivazioni che stanno facendo crescere la rabbia popolare. Tutto ruota intorno al regolamento europeo n. 953 del 2021. A pag.7, il considerando 36 recita: “È necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate, per esempio per motivi medici, perché non rientrano nel gruppo di destinatari per cui il vaccino anti COVID-19 è attualmente somministrato o consentito, come i bambini, o perché non hanno ancora avuto l’opportunità di essere vaccinate o hanno scelto di non essere vaccinate. Pertanto …». Nella prima stesura della traduzione italiana la parte in neretto fu “dimenticata” e soltanto con l’intervento di diversi giuristi è stata successivamente inserita. Continua poi: “…Il presente regolamento non può essere interpretato nel senso che istituisce un diritto o un obbligo ad essere vaccinati.”
Il GREEN PASS europeo, in realtà, nasce soltanto allo scopo di agevolare gli spostamenti tra gli Stati membri ed evitare le quarantene. Lo stato italiano lo ha esteso, invece, al mondo del lavoro e dello svago (musei, ristoranti al chiuso, cinema, teatri, stadi, etc.). I non vaccinati, quindi, subiscono quotidianamente dal 6 agosto, una enorme discriminazione: sopportano il costo del tampone per garantire la non contagiosità in questi luoghi. I vaccinati, invece, nonostante non garantiscano la non positività, a meno che non si siano sottoposti a tampone, frequentano questi luoghi senza costi aggiuntivi. Perché un non vaccinato possa legittimamente recarsi sul posto di lavoro deve affrontare il costo medio mensile di €200.
E’ utile per il lettore a questo punto, rammentare che il regolamento europeo è un atto sovranazionale “fonte di diritto derivato dai trattati comunitari… Più precisamente è un atto normativo avente portata generale, obbligatorio in tutti i suoi elementi ed è direttamente applicabile negli ordinamenti degli Stati Membri (art.288, par. 2 del Trattato sul funzionamento dell’UE). La portata generale si estrinseca nel fatto che il regolamento (a differenza delle decisioni) non è indirizzato a specifici destinatari. Le norme contenute nei regolamenti sono obbligatorie in tutti gli elementi e, quindi, disciplinano direttamente la materia a cui si applicano. L’effetto diretto dei regolamenti comporta che essi, a differenza delle direttive, non richiedano l’adozione di provvedimenti nazionali di attuazione da parte degli Stati Membri, ma si applicano IMMEDIATAMENTE a tali ordinamenti e sono efficaci sia nei confronti degli Stati che degli individui, senza necessità di ulteriori atti”. Ne consegue che, una volta in vigore con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, in virtù del principio della preminenza del diritto dell’Unione Europea, i regolamenti si applicano a preferenza di eventuali leggi nazionali incompatibili (SEZ. 1 – Atti Giuridici dell’Unione – art. 288).
Torniamo ora alle manifestazioni di piazza delle ultime 12 settimane che sono esplose, poi, nelle tristi vicende di ieri. E’ fondamentale sottolineare che la violenza è sempre da bandire in ogni sede, sia quella fisica che verbale. Ma, allo stesso tempo, abbiamo l’obbligo di operare due fondamentali riflessioni. La prima riguarda lo scivolamento nel baratro di un Paese democratico qual è l’Italia, dove il mal governo e la disinformazione stanno creando schieramenti pericolosi tra i cittadini; la seconda riguarda la necessità di approfondire con intelligenza l’uso oramai inflazionato della frase “…GUIDATI DA GRUPPI DI ESTREMA DESTRA”. Chiediamoci dove sono finiti i simboli storici della sinistra italiana, la rappresentatività dei sindacati nei confronti dei diritti dei lavoratori, la terzietà della magistratura, l’oggettività delle informazioni da parte di una stampa che, per Costituzione, dovrebbe essere libera ed indipendente. Una manifestazione non violenta con sacrosante rivendicazioni è stata mortificata da un gruppo di squadristi. La democrazia è fatta di regole e chi non le rispetta è fuorilegge. Pertanto va dato un segnale preciso non a chi manifesta e protesta, ma a coloro che approfittano del dissenso per provocare vergognose manifestazioni di violenza. Questi squadristi non sono no-vax, non sono contro il green pass, sono delinquenti che vanno isolati in quanto rappresentano un pericolo per la democrazia. Le violenze di ieri hanno snaturato il dissenso di migliaia di cittadini contro la scelta obbligatoria del green pass. Invece di rispondere a tutti gli interrogativi derivanti dalla normativa italiana carente e farraginosa, il Governo preferisce non introdurre l’obbligo vaccinale per non assumersi le responsabilità e diventa più comodo scaricare tale responsabilità sui cittadini, obbligandoli a sottoscrivere il consenso informato, violando palesemente la normativa sovranazionale. E’ contro questo sopruso che i cittadini dovrebbero vedersi uniti. Vaccinati e non.
Fonte: “Il salotto di Mimar”