Approfittando delle belle giornate per l’estate di San Martino, di mattina faccio una passeggiata lungo la Domitiana con mia figlia Giovanna, senza alcun assembramento e rigorosamente con la mascherina. Poi mi ritiro in lockdown.
Stamattina ci siamo fermati all’altezza del “Villaggio del Fanciullo” per ammirare il panorama del nostro “angolo di Paradiso”. Giustamente siamo tutti concentrati sul virus, vengono trascurate altre patologie (muoiono 400 persone al giorno di cancro!); nessun interesse per l’inquinamento ambientale. Con la pandemia sono emersi criticità e responsabilità che da anni stiamo denunciando. Lo sguardo si è fermato sull’uscita del tunnel tangenziale–porto e sui capannoni dell’ex Sofer. La mia mente è andata naturalmente agli anni scorsi ed al post-bradisismo. In particolare ho ricordato la riunione della direzione cittadina DC del 1976 per la valutazione ed il via libero del progetto tangenziale-porto, dopo 44 anni non ancora completato e con polemiche sui costi e sulle finalità della bretella. Per l’ex Sofer, già Finmeccanica, attualmente di proprietà privata con il progetto Waterfront ancora bloccato, inevitabilmente non potevo non ricordare il compianto Tonino Di Francia nel giorno in cui venne da me al sindacato in quanto nessuno voleva aiutarlo per le fotocopie delle cartelle cliniche dei suoi compagni di lavoro che si ammalavano. Veniva quasi preso in giro. Dissi a Betty Luongo, ancora oggi in servizio, di mettergli a disposizione la fotocopiatrice. Iniziò così la battaglia contro l’amianto che ha provocato, purtroppo, diverse morti per mesotelioma pleurico e la successiva chiusura dello stabilimento. Il nesso di causalità amianto-cancro fu scoperto, non senza polemiche, dall’illustre prof. Giovanni Giacomo Giordano, padre del prof. Antonio Giordano, al quale siamo onorati di aver consegnato il Premio Dicearchia 2015.
Sono passate nella mia mente tutte le battaglie fatte dalle organizzazioni sindacali per utilizzare lo stesso fenomeno bradisismico come occasione di sviluppo per Pozzuoli e per tutto il comprensorio flegreo, attraverso l’utilizzo delle risorse, dai beni culturali ed ambientali, al mare, a quelle termali e geotermiche. A tal proposito ho rivisto la pubblicazione degli atti di un convegno che la Cisl organizzò il 18 novembre 1983, poco più un mese dopo l’evacuazione della “zona A”, con la partecipazione di molti esperti. Mi sono soffermato sulle loro posizioni riferite, appunto, alle inestimabili risorse del territorio, tra queste la geotermia, che di recente ha creato non poche polemiche, con la sospensione dei lavori di trivellazione nella conca di Agnano.
Il Prof. Sandro Oliveri del Castillo (docente di Fisica Terrestre dell’Università di Napoli) affermò “….Attraverso i pozzi possiamo estrarre con i fluidi caldi il calore sotterraneo. Questo ci consentirà di scaricare le energie interne e quindi di impedire sia il sollevamento del suolo sia il maturare di eventi eruttivi. A questo enorme vantaggio si deve aggiungere quello dello sfruttamento delle risorse geotermiche in campo energetico. Potremo avere energia elettrica, riscaldare migliaia e migliaia di vani, attivare industrie che necessitano di calore, sviluppare coltivazioni ed allevamenti particolari come già avviene in Islanda, Nuova Zelanda, Giappone, Stati Uniti d’America e in Toscana, qui in Italia”.
A seguire gli fecero eco il Prof. Giovanbattista de Medici ed il prof. Prof. Lorenzo Mirabile (docente di oceanografia all’Istituto Navale di Napoli). E’ noto che non mancano le voci allarmistiche di alcuni scienziati che ancora oggi sostengono che si potrebbero verificare gravi conseguenze a seguito di trivellazioni ed utilizzo della risorse geotermiche.
Si ripete lo stesso scenario a cui assistiamo da mesi tra gli scienziati per il Covid-19 . Intano i cittadini vanno in ansia e confusione, mentre i giovani sono costretti ad emigrare per il lavoro.