I ragazzi di oggi cittadini del mondo…Quante volte lo si dice nelle classi delle nostre scuole?
Nel contesto attuale di profonda interconnessione delle sfide globali, le comunità tutte avvertono il bisogno di educare le persone alla cittadinanza globale, per contribuire in modo più significativo al processo di risoluzione delle sfide del ventunesimo secolo. Cittadinanza globale dunque e impegnarsi per lo sviluppo sostenibile del pianeta, promuovere rispetto e valorizzazione della diversità, difendere l’ambiente, praticare un consumo responsabile, rispettare la giustizia e i diritti umani individuali e collettivi, sostenere la parità di genere, valorizzare il dialogo come strumento per la risoluzione pacifica dei conflitti, contribuire alla costruzione di una società equa, giusta e solidale.
Oggi più che mai le scelte personali di ognuno di noi influiscono sui processi globali. Diventa quindi necessario che ciascuno di noi, a partire dai giovani, si senta un “cittadino globale”: che ci impegniamo con i nostri comportamenti quotidiani, per esempio non buttando il cibo che arriva ogni giorno sulle nostre tavole, limitando i consumi di acqua ed energia elettrica, a fare la differenza e influenzare così le scelte globali.
Ebbene allora facciamoci aiutare anche dai giornali…
Sulla cattedra ci vuole il quotidiano. Sì, il giornale, perché per insegnare, oggi, occorrono anche strumenti capaci di dare una chiave di lettura della realtà. Non distorta. Di approfondimento. Dalle forti radici. Di prospettiva. Andare in classe non solo con il libro sotto braccio è ciò che ci permette di dare valore aggiunto. Come se il giornale fosse un “quaderno operativo”. Proprio per questo è giusto sostenere e proporre che tutti i docenti organizzino uno spazio settimanale e traggano spunto dai temi proposti sulle colonne dei nostri giornali per avviare discussioni, dialogo, approfondimento. Partendo dal presupposto che è a scuola che si crescono le nuove generazioni. E lì che si appassionano i ragazzi al futuro. Tra loro, magari, siederanno un futuro sindaco o amministratore e, perché no, anche un presidente della Repubblica. Non possiamo giocare al ribasso: ancor più in un momento storico così difficile. Che ci chiede di cogliere tutte le opportunità. E quale più straordinaria di questa, magari l’ora di educazione civica, nata da una scelta di conoscenza e consapevolezza, ma anche di libertà, durante la quale ognuno gioca la sua libertà, senza ledere ovviamente quella altrui.
Certo, tutto ciò non si può fare senza gli strumenti giusti.
Pensiamo alla guerra, ai temi di politica interna ed estera, agli eventi locali e agli approfondimenti culturali. E alle fake news, dalle quali tutti vogliamo stare a distanza salvo poi riceverle in una notifica del cellulare.
Ebbene i giornali ci sono: puntuali, dettagliati. Aprono la mente.
Ciò che ci vuole per un’ora di educazione civica di questi tempi: uno spazio che trova fondamento nella «importanza che la dimensione socio-educativa ha nella formazione integrale della persona» e nel «ruolo ineguagliabile della cittadinanza» nella costruzione della società, come amano dire i sociologi.
Vogliamo dirla più laicamente? «La preghiera del mattino dell’uomo moderno è la lettura del giornale. Ci permette di situarci quotidianamente nel nostro mondo storico». Parola di Hegel. I giornali vanno letti perché sono lo specchio del mondo in cui viviamo. E, se vogliamo che servano davvero, dobbiamo leggerli in compagnia. Non approfittare dell’ora o dei momenti di educazione civica a scuola sarebbe un peccato.