Comitati e Associazioni flegree rivolgono un appello alle forze politiche parlamentari

Il decreto legge n. 91 del 2 luglio 2024 sui Campi Flegrei, entrato in vigore il giorno successivo, ha iniziato il suo iter al Senato per la conversione in legge. La durata prevista dalla norma è di 60 giorni, ma saranno accelerati i tempi perché con la prima settimana di agosto si interromperà per ferie l’attività parlamentare.

I Comitati “Pozzuoli Sicura”, “Pozzuoli Resiste” e “Emergenza Campi Flegrei”, le Associazioni, “Nuova Dicearchia” e “Licola Mare Pulito”, hanno indirizzato un appello ai capigruppo dei partiti del Senato e nei prossimi giorni sarà inviato a quelli della Camera, per impegnarli a presentare alcuni emendamenti che possano garantire una città sicura, rendere antisismici non solamente i fabbricati sgomberati per la scossa del 20 maggio, dare adeguata assistenza e contributi ai cittadini sgomberati ed alle attività imprenditoriali e commerciali che hanno subito seri danni, valorizzare le ingenti risorse artistiche ed archeologiche, delineare un progetto di sviluppo per l’intera area.

I rappresentanti dei Comitati e delle Associazioni si sono dichiarati disponibili a confrontarsi con le forze politiche parlamentari, anche attraverso audizioni, per illustrare, se necessario, richieste e posizioni.

APPELLO: “I Campi Flegrei attraversano una crisi gravissima, i cittadini ne sono angosciati, i provvedimenti adottati e/o prospettati si rivelano inadeguati a fronteggiare sia l’emergenza che la prospettiva.

Ora il decreto legge n. 91 del 2 luglio scorso sui Campi Flegrei è in Parlamento per la conversione in legge e le forze politiche sono chiamate ad emendarlo in modo che soddisfi sia la oggettiva necessità di sicurezza dei luoghi sia le legittime aspettative degli abitanti.

La crisi bradisismica, i cui effetti si propagano negativamente su buona parte della Città Metropolitana di Napoli è tra le più gravi. Basti ricordare che ha prodotto un terremoto di magnituto 4.4, intensità mai registrata prima.

Questo evento ha drammaticamente riproposto il problema di convivere con la natura sismica del territorio ed ha evidenziato il danno fatto non realizzando compiutamente quello che con il bradisismo degli anni 80 si era acclarato essere necessario, per rendere sicure le città.

E si tratta di mettere in sicurezza non un agglomerato di costruzioni abusive, ma di luoghi del primo insediamento a Cuma, degli ambienti di cu narra Eneide con l’Averno e Miseno, dei luoghi di cui hanno scritto Petrarca, Goethe, Dumas, di attrattori turistici di livello mondiale come l’Agropoli di Cuma, la Grotta della Sibilla o il parco archeologico sottomarino, di un comprensorio in cui operano industrie di livello internazionale, come la Prismian e la Leonardo, o importanti strutture statali come l’Accademia Aeronautica.

C’è, dunque, la necessità di provvedimenti che sostengano gli sfrattati, che rendano sicure le città e gli abitanti, che salvaguardino giacimenti culturali ed attività produttive.

Il Decreto in discussione manca completamente questo obiettivo. Occorre dunque emendarlo per ottenere che gli organismi scientifici indichino un dato attendibile rispetto al quale verificare la tenuta antisismica degli edifici pubblici e privati; a sua mancanza in altri manufatti.

Gli edifici non antisismici vengano censiti rispetto al numero ed alla qualità degli interventi antisismici necessari e che, in base a questo dato, si stanzino fondi adeguati e si stabiliscano procedure che debbono prevedere le modalità di finanziamento pubblico delle ristrutturazioni ed il trattamento transitorio e definitivo degli abitanti negli stabili in ristrutturazione. Inoltre è da prevedere un sostegno economico adeguato ai reali bisogni degli sfrattati e delle attività imprenditoriali danneggiate dalla crisi.

Ancora. Gli interventi di sicurezza antisismica riguardino non solo i fabbricati danneggiati dalla scossa del 20 maggio, ma tutti gli stabili comunque a rischio per le continue sollecitazioni prodotte dagli sciami sismici e ripetuti nel tempo.

Solo così si rendono sicure le città, i loro servizi, le loro attività economiche, che non deve essere compromessa dall’adeguamento antisismico la vita ed il lavoro dei cittadini flegrei.

A questo scopo va anche meglio definita la figura del Commissario che non deve sottrarre ai cittadini la possibilità di giudicarne, con il voto, l’operato e che non deve ripetere le esperienze negative già vissute in passato.

A questo fine i Comitati e le Associazioni firmatari del presente appello, nel mentre mantengono attiva la mobilitazione delle città C H I E D O N O alle forze politiche presenti in Parlamento una particolare attenzione ed un impegno speciale nell’emendare unitariamente, nella direzione accennata e con il coinvolgimento di tutte le istituzioni territoriali interessate, il Decreto Campi Flegrei.

Sicuri di un fattivo e sollecito impegno, i Comitati e le Associazioni sono pronti a fornire ogni chiarimento o approfondimento che si ritenesse necessario”.

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