Come aiutare un bambino ad elaborare una brutta notizia

Il venerdì è il giorno in cui in V B i bambini sono protagonisti: scelgono l’argomento di italiano e di inglese, organizzano da soli una gara e proclamano il maestro della settimana successiva. Dopodiché dedicano tutto il tempo restante alla lettura del diario personale. C’è chi condivide e chi preferisce lasciare la cosa privata. Lo scorso venerdì Luigi ha condiviso una gioia: “Non vedo l’ora che arrivi la prossima settimana perché nascerà Chiara, la mia cuginetta”. Ha trasferito sulla sua pagina bianca le emozioni e la spensieratezza di un bambino che a 10 anni vede la sua famiglia allargarsi. Lunedì Luigi arriva a scuola scuro in volto. Si siede mogio nel suo banchetto e appoggia la testa sul braccio. “Cos’hai Luigi? Non ti senti bene?” Chiede la maestra. “No, sto malissimo. È successa una cosa bruttissima. La mia cuginetta è morta nella pancia della mamma”. L’allegria dei bambini appena arrivati ed in trambusto della prima ora si bloccano all’istante. Scende il gelo… Qualcuno si avvicina a Luigi cercando di consolarlo. Altri chiedono: “Maestra ma si può morire prima di nascere?” Che compito arduo per un adulto! L’essenza della vita che deve essere spiegata includendo anche la morte. Ma presentare questo aspetto ad un bambino senza traumatizzarlo, senza spegnere il suo entusiasmo verso la vita, è una conquista a cui l’educatore deve ambire passo dopo passo, nel quotidiano. Pensiamo di proteggere i nostri figli non affrontando mai il discorso della morte? L’inesorabile ed improvvisa scoperta di essa purtroppo non ha età. L’insegnante divide la classe in piccoli gruppi ed ancora una volta affida ai pensieri scritti una forma di consolazione verso il compagno. C’è chi compone in versi. Chi scrive lettere. A voi la lettura e la conoscenza di quanto sappia donare un bambino. Ma questo molti già lo sanno…



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