Pozzuoli: Cecilia Del Prete, è tornata alla Casa del Padre

Si é spenta stamattina Cecilia del Prete, circondata dall’amore e dalle cure dei suoi cari. Si è ricongiunta al suo amatissimo marito, Costantino Cicala, scomparso qualche anno fa.

Un profondo legame quello di Cecilia con la sua famiglia; la sua casa sempre aperta a tutti. Una donna accogliente, amorevole; presente ma allo stesso tempo discreta, una guida per tutti coloro che l’hanno conosciuta e amata.

Le esequie si terranno domani, 10 luglio alle 10,30, presso la Chiesa Santa Maria della Consolazione (Carmine).

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Marilena Cicala: “Ieri mattina, se n’è andata una signorina degli anni Cinquanta. Una signorina, figlia di uno dei più importanti industriali dei primi anni del Novecento, nell’area Nord di Napoli. Una signorina che non usciva di casa senza cappellino con veletta e senza guanti di organza. Una signorina che prendeva lezioni di piano e andava a scuola di ricamo, che amava il Teatro, che era nata  in un giardino pieno di alberi di arance e mandarini. Una signorina che, ad un certo punto della sua vita, ha dovuto sfilarsi i guanti di organza e confrontarsi con  la vita a mani nude.  Quella signorina era mia madre. Mia madre ci ha dato, come fosse pane quotidiano,  il valore dell’indipendenza, dello studio, del lavoro, del sacrificio, la gioia della conquista, la soddisfazione che viene dopo la fatica, la dignità difesa con lo scudo, il sogno del passo in avanti, la determinazione nelle scelte. Mia madre ci ha indicato la fede come via da seguire per raggiungere la pienezza di una vita fondata sull’impegno e la testimonianza, l’attenzione per il prossimo, l’accoglienza. Mia madre ha colmato i nostri occhi di Bellezza in modo che potessimo riconoscerla, replicarla e moltiplicarla.  L’unità della famiglia: questa la sua missione. Fino alla fine,  ha portato a compimento questa sua missione. Oggi, siamo una famiglia in cui si celebrano, ogni giorno,  affetto, soccorso reciproco, rispetto, dialogo, condivisione, senso dell’appartenenza. Ieri mattina,  sembra che se ne sia andata la  signorina degli anni Cinquanta che era mia madre ma non è così. Il cappellino con la veletta, i guanti di organza, i ricami, la carta da musica e tutte le sue parole e tutti i suoi racconti e tutti i sui ricordi e tutto il profumo dei fiori d’arancio del suo giardino sono nel nostro sangue, non cose passate o finite ma materia viva e palpitante. Noi continueremo a portare nel mondo il sorriso della sua eredità. Tua Figlia Marilena

Angela Cicala: “Sono nata a Frattamaggiore nella grande villa Del Prete dove tutto parlava di mia madre: la grande cucina sul limoneto, il salone delle feste dove al centro c’era il suo pianoforte a coda, le maestose cupole di ortensie viola, blu, rosa, bianche e il profumo diffuso di fiori d’arancio. Mia madre ha portato con sé in ogni dove tracce di quel pezzo di mondo che agli occhi miei di bambina era quello incantato delle favole. Tutto quel mondo vive e rivive ogni giorno dentro di me, dentro la mia famiglia. L’amore per la Bellezza; la cura del dettaglio, che non è mai formalità e lo sguardo da esteta su ogni cosa; l’armonia dietro le parole pronte a soccorrere, accogliere, indirizzare; l’attenzione per il gesto, mai scomposto, discreto, presente ogni volta; la letizia della sorpresa per gioire poi di un abbraccio e di un sorriso; la concezione della casa come luogo privilegiato dell’anima, spazio libero per raccontare in ogni momento la nostra storia e spalancato agli amici, sempre con un posto apparecchiato in più a tavola, perché il cibo e la sua attenta preparazione per mia madre era un atto d’amore, un dono per noi e per l’ospite di turno, chiunque esso sia;  la dedizione silenziosa per il sacrificio e le rinunce in nome di un progetto d’amore alto e irrinunciabile; una spiritualità mai bigotta, ma profonda, critica, luminosa; l’appassionata spinta verso lo studio e l’Arte e poi l’autonomia di giudizio e poi l’indipendenza e poi  la rincorsa di sogni e progetti che ci hai insegnato a disegnare, a declinare, a realizzare. Sei andata via, ma tutto è qui, fermo, saldo, indistruttibile, roccioso. Tutto è dentro il respiro mio, di mia sorella Marilena, di mio fratello Luigi, di Alice e Carlotta, e di Gianni, Italo, Rosa che hanno amato Cecilia anche nei momenti difficili, dolorosi della malattia e della vecchiaia contro la quale lei ha combattuto senza mai arrendersi, con le mani, a morsi, con i sogni nuovi da immaginare, con l’idea di essere invincibile. Te ne sei andata, ma qui tutto rimane, nobile alto elegante come tu eri e da domani, quando il dolore avrà trovato il suo posto al sicuro dentro il mio cuore, in cammino. Di nuovo. Tua figlia Angela”

Luigi Cicala: “Nell’ora dell’agonia. Il mese che non c’è. Il tredicesimo mese è quello in cui torneremo a dividere il nostro tempo insieme. Una domenica piovosa, dopo la messa, piena di speranze nell’anima per il tempo a venire, con la radiolina di papà, i dolci buoni ancora sul tavolo. Una domenica mite, per la silenziosa primavera, lunga per la luce fino a tardi, sul terrazzo, con qualche guaio da affrontare, l’ennesimo, e ferite da sanare, sempre piene di sangue. E quanti regali da aprire, a Natale, quanti nastri e bigliettini, buone torte, e quante difficoltà.  La vita, con la sua faccia girata dall’altra parte. Non ci siamo mai lasciati soli, in qualsiasi parte del cammino. Hai saputo essere il filo rosso dei nostri cuori, hai saputo tenere unito. Hai saputo insegnarci il senso della dignità e il senso del dovere, a tutti i costi, anche se faceva male. E la forza, la forza di rialzarsi sempre, nonostante tutto. Porta via con te tutto ciò che, di noi, potrà servirti in questo nuovo cammino. Prendi quello che occorre, quello che ami, quello che ti farà sentire meno sola. Sarà sempre infinitamente meno di quanto ci hai dato. Il tuo amore silenzioso, fatto di sguardi, di carezze, di poche parole, sempre esatte, lascia interrotto un dialogo, qui. Perché sono sempre troppe le parole che non riusciamo a dire quaggiù. Troppe. La vita ci trascina. Te ne stai andando e tra poco sarai andata, in punta di piedi. Soffrendo, ancora. Bisogna guadagnarsi a fatica anche la morte. Se devi andare ora, vai. Lasciati andare. Ce la farò a seguire l’ultimo respiro, quello faticoso e fatale. Solo perché ti ho detto fino in fondo tutto il mio amore. Per ora ha vinto la morte. Solo per ora”. 

Tommaso Wenner: “Carissimi Luigi, Marilena, Angela. Ho appreso con grandissimo dolore della dipartita di mamma Cecilia. Benché io sapessi che il suo stato di salute era molto compromesso e che andava vieppiù aggravandosi, pur consapevole che il Signore è stato misericordioso con lei avendola accontenta nel suo desiderio di riposo e messo fine alle sue sofferenze, trovo difficile farmi una ragione che lei non è più tra noi, e lo strazio ed il dolore che provo io sarà tanto più intenso per voi. La verità è che non c’è età per chi si ama intensamente. Cecilia è stata una donna straordinaria. Una donna forte, coriacea, resistente, instancabile, e combattiva. Fino all’ultimo. Il suo servizio era sempre fatto con leggerezza e passione perché lei voleva donare gioia agli altri, e l’ha fatto per tutta la vita, finché ha potuto. E’ stata una donna con una grande anima e un grande cuore. Personalmente mi ha sempre voluto bene come ad un figlio. Con lei ho sempre scambiato tante idee, raccontandoci a vicenda e commentando avvenimenti attuali sia personali che generali, ed io restavo sempre affascinato dalla sua intelligenza, la sua capacità di analizzare i fatti, e gustavo ogni volta la sua sagacia di saper cogliere anche i lati buffi di situazioni sgradevoli o drammatiche, riuscendo a farmi sorridere con una battuta sarcastica. Come mi mancheranno il suo humour e le sue risate! Cecilia oramai vive in eterno, in quella beatitudine divina fatta di infinita pace, immensa luce, ed amore incommensurabile del Signore. Riposa in pace amica mia carissima. Mi mancherai, ma un giorno ci ritroveremo. Ti amo. Tommaso.”

Pina Ercolese: “Una colonna che se ne va, esempio di grande forza di volontà e di vita”.

Stefania Morrone: “Cari Marilena, Angela e Luigi vi sono vicina in questo momento con tutto il mio cuore e affetto. Sono cresciuta con Voi e porto la cara Cecilia nel mio cuore come una persona cara di famiglia. Sono certa che finalmente ha trovato pace e serenità, ed il vostro e nostro caro amato Costantino l’ha accolta. Spero che abbia incontrato la mia mamma, erano buone amiche. Che Dio li abbia tutti in Gloria. Vi voglio bene” ❣️🙏🏻

Carmen Valente: “La perdita di una madre provoca sempre un dolore immenso. Restano ai figli i ricordi di tanti momenti e gli insegnamenti di una vita fondata sull’Amore. Affidiamo Cecilia al Signore, perché la accolga tra le sue braccia, e preghiamo per Angela, Gigi e Marilena, perché sentano sempre vicina la loro mamma.” ❤️🙏

Savio Gaudino: “Sono momenti così delicati e dolorosi, che esprimersi in parole è difficilissimo. Vi basta sapere che Fraternamente Vi sono accanto e la preghiera che supera ogni cielo, vi faccia giungere il mio caloroso abbraccio. Eterno riposo. Venite santi di Dio, accorrete Angeli del Signore, accogliete la sua anima e presentatela al trono dell’altissimo. Amen”

Elena Cuciniello: “Nonostante la perdita di un genitore è nelle cose della vita, non siamo mai preparati per affrontarla, ma dà forza pensare che portiamo in noi stessi un po’ della loro esistenza e per questo non saremo mai veramente soli. Vi abbracciamo forte, cari Marilena, Angela e Luigi” 🙏🏻🙏🏻🙏🏻❣️❣️❣️ Elena e Antonio

Modesto Caruso: “Una grande festa si sta organizzando adesso in Cielo. Le nostre mamme, i nostri papà, i nostri cari, stanno accogliendo l’ultima arrivata: la cara Cecilia, che ha appena lasciato questa terra ed ha iniziato il suo viaggio verso l’eternità. L’atmosfera è surreale. C’è qualcosa che ricorda il nostro mondo, ma sublimato, trasfigurato, dalle tinte accese e calde, simile ad un tramonto dai multiformi colori e dalle innumerevoli sfumature. Una folla leggiadra si avvicina a Cecilia: sono anime del Paradiso che chiedono notizie sui loro cari e tante altre informazioni che riguardano questo nostro martoriato pianeta. Cecilia prova a rispondere, ma è attonita di fronte ad una realtà bellissima che ancora non conosce e mai aveva sperimentato prima. Da una parte sente una gran nostalgia per gli affetti terreni, per i figli, i nipoti ancora straziati in seguito alla sua dipartita; ma dall’altra avverte questa forza irresistibile che come una calamita l’attira verso l’alto. E così, in questa sua ascesi, incontra tutti coloro che pensava di aver perso per sempre: i genitori, i familiari, le amiche, l’amato marito Costantino che la stringe forte a sè. Non è un momento di tristezza, ma di gioia. Nella Gerusalemme celeste non c’è posto per il lutto, il lamento e l’affanno, perchè le cose di prima sono passate. Tutto rinasce a nuova vita e così Cecilia si avvia in compagnia degli Angeli e dei Santi verso il banchetto della vita eterna, dove non c’è né passato né futuro, ma l’eterno presente, l’infinita gioia, l’eterna armonia delle sfere celesti mosse dal supremo Amore che tutto e tutti unisce a sé.

Alfredo Buono: “Costantino e Cecilia, due persone ammirevoli e perbene, sempre sorridenti e di una bontà immensa, li ho voluti entrambi al mio matrimonio come due persone di famiglia, è stato un piacere. Nell’album del mio matrimonio ho il messaggio scritto dal caro Costantino. Vi voglio bene. 💕💐R.I.P.🙏”

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