Campania zona rossa? Arancione? NO GIALLA! E le scuole?

Caos normativo a colpi di ordinanze tra Governo centrale e Governi periferici

Per fare un po’ di chiarezza sul caos istituzionale che si è verificato negli ultimi giorni, si ritiene utile far riferimento alla Legge Costituzionale n. 3 del 2001, che ha modificato il regime di riparto delle competenze e funzioni tra Stato e Regioni.

La nuova stesura dell’art. 117 C, comma 2, affida competenze esclusive al Governo centrale; il comma 3 competenze concorrenti alle Regioni; il comma 4 competenze esclusive residuali alle Regioni, cioè non riservate allo Stato, pur nel rispetto dei limiti generali posti dalla funzione legislativa. La tutela della salute dei cittadini rientra tra le competenze concorrenti tra Stato e Regioni. Pertanto sono sorti vari problemi tra i due livelli istituzionali nella definizione di alcune scelte.

A seguito dell’incremento costante di contagi, il Governo, dopo aver consultato le Regioni, ha ripartito l’Italia in tre zone: rossa, arancione e gialla, demandando al Ministro della Salute il compito di emanare l’ordinanza sull’assegnazione del colore, dopo aver sentito le Regioni. L’attribuzione del colore alla Regione avviene in base a 21 criteri che definiscono il coefficiente di rischio (indice RT, numero dei casi, disponibilità dei posti letto, ecc.) ed anche in base al monitoraggio settimanale dei dati.

Intanto il Presidente Conte aveva già emanato nella notte tra il 3 ed il 4 novembre il DPCM, le cui restrizioni sarebbero dovute entrare in vigore oggi, 5 novembre. Per contrasti esistenti con alcune regioni (dato ufficioso) e per dare più tempo ai cittadini di organizzarsi (dato ufficiale), l’entrata in vigore è slittata a domani 6 novembre e fino al 3 dicembre, con riserva di fare una verifica tra due settimane.

E’ noto che il Presidente de Luca aveva sollecitato il Governo a dichiarare il lockdown a livello nazionale, ma la sua richiesta non è stata accolta e, fino al tardo pomeriggio di ieri, la Campania si trovava tra le regioni arancioni o addirittura rosse. Ieri sera il Presidente Conte nella sua conferenza stampa ha enunciato la ripartizione dei colori tra le regioni e la Campania, a sorpresa, con l’Ordinanza del Ministro Speranza, è stata inserita tra le regioni gialle. Almeno questo è il dato nel momento in cui scriviamo. La Campania registra di fatto molti casi ma al momento l’RT è più basso della Calabria o di altre Regioni che sono state dichiarate zone arancioni e rosse (la Campania è al di sotto di 1,5). Questo perché la trasmissione del virus è molto aumentata nelle scorse settimane ma poi si è appiattita per effetto delle ordinanze locali.

C’è da dire che ora la prima anomalia che emerge riguarda la scuola. Nelle regioni rosse la didattica in presenza si svolge fino alla prima media; in Campania, zona gialla, didattica a distanza per tutti, tranne per il primo anno delle Università. Eppure l’OMS, proprio oggi, ha affermato che, nonostante la pandemia, la chiusura delle scuole dovrebbe essere una extrema ratio. Contestualmente alla conferenza stampa di Conte, il Presidente De Luca ha annunciato che in Campania resta la didattica a distanza per tutti gli ordini di scuola. Cosa farà il Governatore domani dopo l’entrata in vigore del DPCM? Per essere coerente con le sue richieste, ricorrerà a provvedimenti più restrittivi per concorrere con il Governo centrale?

Nel frattempo infuriano le polemiche da parte di alcuni Governatori, 6 minacciano ricorsi contro il DPCM. Intanto nella conferenza stampa di oggi pomeriggio Silvio Brusaferro, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, ha ribadito la piena condivisione delle scelte operate a livello centrale fra la cabina di regia, istitutita con decreto del Ministro della Salute lo scorso 30 aprile, e le Regioni.

E’ una situazione a dir poco sconcertante. Possiamo essere soddisfatti di non essere rientrati tra le Regioni rosse, almeno per ora. Ma ci auguriamo, nel contempo, che si blocchi anche l’impennata dei contagi e che si definiscano interventi concreti affinchè possa realizzarsi una maggiore efficacia della medicina territoriale.

Seguiranno aggiornamenti.

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