Anche durante la campagna elettorale c’è stato lo scontro tra i partiti di centro destra e quelli di centro sinistra sulla cancellazione del reddito di cittadinanza.
Con la definizione delle nuove misure del Governo, lo scontro è diventato ancora più duro, in particolare tra Governo e M5S che sul RDC aveva costruito la sua fortuna elettorale, soprattutto al Sud.
L’impianto generale delle nuove misure del Governo Meloni presenta diverse novità.
A partire dal primo gennaio 2024 entrerà in vigore il Gil, che sta per Garanzia per l’inclusione, che costerà poco più di 5,3 miliardi di euro per lo Stato e riguarderà circa 709mila famiglie. Saranno offerte 500 euro mensili per 12 mesi, oltre a 280 euro mensili quale contributo di affitto. Per avere diritto il nucleo familiare dovrà avere almeno uno dei seguenti componenti: un minore, un over 60, un soggetto affetto da disabilità o un invalido civile, con residenza in Italia almeno da 5 anni e gli ultimi due anni vissuti in maniera continuativa.
È necessario che l’ISEE non superi i 7200 euro, l’eventuale patrimonio immobiliare (non prima casa) non superi i 30mila euro, il reddito familiare non sia al di sopra dei 6000 euro annui e il patrimonio mobiliare non vada oltre quota 10mila euro. Inoltre il soggetto non deve possedere navi, imbarcazioni da diporto, moto sopra i 250 cc e auto superiori a 1600 cc.
Il sostegno studiato dal governo Meloni avrà una durata di 18 mesi. Dopo una pausa di 30 giorni ci saranno rinnovi annuali e a partire dal 2026 verrà parametrato in base all’inflazione.
Se uno dei componenti del nucleo trova un lavoro dipendente non pone automaticamente fine al sostegno, che resta fino a un massimo di 3mila euro di stipendio. Se occupabile, il soggetto percettore sarà chiamato a prendere parte a un percorso di inclusione sociale presso i centri per l’impiego. Se rifiuta senza giustificato motivo un’offerta di lavoro decade dal beneficio. L’offerta di lavoro deve rispondere ad alcuni parametri: durata superiore a 30 giorni, stipendio superiore al minimo salariale e, per i contratti a tempo parziale, dev’essere di almeno il 60% del tempo pieno.
Per i datori di lavoro, al fine di spronare il mercato del lavoro, sarà previsto uno sgravio fiscale del 50% per un anno in caso di assunzioni a termine; una agevolazione contributiva pari al 100%, per la durata di 24 mesi, in caso di assunzione a tempo indeterminato.
Per chi non rientra in questi nuovi parametri, ad esempio una donna di 55 anni con figlio 18enne o semplicemente un single. È previsto uno specifico aiuto, Gal, ovvero Garanzia per l’attivazione lavorativa, cioè un contributo pari a 350 euro mensili.
Coloro che dal mese di agosto non percepiranno più il reddito, ma hanno sottoscritto un accordo di lavoro, è prevista una Prestazione di Accompagnamento al Lavoro che potrà essere richiesta a partire dal primo settembre 2023 per un importo mensile di 350 euro.
Seguiremo l’iter di approvazione di tale normativa e vi terremo informati. Prevediamo che ci saranno manifestazioni di protesta in quanto i vari governi e le regioni non hanno dedicato particolare attenzione alle politiche attive del lavoro ed al funzionamento dei centri per l’impiego. Riuscirà il Governo Meloni ad invertire la tendenza? Ce lo auguriamo tutti!