L’iniziativa di ieri sera all’Hotel Neronensis, organizzata dall’On. Antonio Caso del M5S era finalizzata ad approfondire le scelte del decreto legge n.140, illustrare la posizione del partito e gli emendamenti presentati. Sulla delicata problematica della vulnerabilità sismica ha fornito un contributo il Prof. Giuseppe Luongo, Prof. Emerito dell’Università Federico II, già Direttore dell’Osservatorio Vesuviano, vulcanologo di fama internazionale, cittadino di Pozzuoli e quindi direttamente interessato. “La vulnerabilità speditiva illustrata dal Prof. Prota nell’intervista al Mattino e ripresa da Il blog di Giò (CLICCA QUI PER LEGGERLA) – ha dichiarato il Prof. Luongo – serve per evacuare gli edifici palesemente pericolanti. Se non siamo in queste condizioni, a cosa serve la vulnerabilità con le osservazioni visive degli edifici? Se, invece, dobbiamo verificare ed eventualmente rendere gli edifici sicuri ai sismi, dobbiamo: a) definire il terremoto di massima magnitudo atteso; b) verificare l’estensione dell’ area sismicamente pericolosa; c) definire lo spettro delle accelerazioni prodotte dal sisma di massima magnitudo; d) strumentare gli edifici nell’area pericolosa a campione scegliendo le diverse tipologie; e) predisporre i progetti di ingegneria strutturale per gli interventi necessari a ridurre la vulnerabilità al livello di sicurezza.
C’è molto lavoro da fare – ha continuato il prof. Luongo – per geologi, geofisici, sismologi, vulcanologi, ingegneri strutturisti.
Questo solo per il rischio sismico, per quello vulcanico c’è più tempo“. È una posizione molto chiara. Si spera che in attesa di conversione in legge del decreto entro il 12 dicembre, si stia già lavorando per la costituzione di squadre di tecnici che possano iniziare i controlli. Sarebbe un segnale molto importante per i cittadini dopo una fase abbastanza lunga di scosse e di confusione, con messaggi che hanno provocato allarmismi e tensioni. Poi si dovrà delimitare la nuova zona rossa che comprenderà parte di Pozzuoli, di Bacoli e di Napoli; intervenire sulle infrastrutture, sulla definizione del piano di evacuazione bradisismica con alcune esercitazioni e sul progetto di comunicazione. Si spera, infine, che nel contempo su possano prevedere interventi concreti per la tutela dell’ambiente e della salute, considerato l’incremento di patologie oncologiche che provoca preoccupazioni alla pari se non maggiori del bradisismo.