Bradisismo Pozzuoli: negli ultimi due mesi il sollevamento è raddoppiato

Intervista a Francesca Bianco, ex direttrice dell’Osservatorio vesuviano di Napoli e oggi alla guida del dipartimento Vulcani dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia

Stamattina alle ore 10,44 un sisma di magnitudo 1.7 si è prodotto in mare a 3.6 km di profondità al largo della costa tra Pozzuoli e Baia.

Particolarmente preoccupata è la popolazione puteolana dato l’intensificarsi del fenomeno del bradisismo degli ultimi mesi, soprattutto perché le scosse sono divenute molto frequenti. In questi ultimi due mesi il sollevamento della terra è raddoppiato rispetto a quanto avvenuto nei mesi precedenti, «passando da 7 a 15 millimetri al mese, un fenomeno che ha portato le tante scosse di terremoto avvertite nei Campi Flegrei». Così Francesca Bianco, ex direttrice dell’Osservatorio vesuviano di Napoli e oggi alla guida del dipartimento Vulcani dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ha rilasciato un’intervista al Corriere del Mezzogiorno ed ha spiegato lo sciame di scosse che è stato avvertito nei giorni scorsi.

Quando l’epicentro é superficiale, le scosse sono più forti», spiega la direttrice – «È un fenomeno che ci ricorda in maniera evidente che è in corso una crisi di bradisismo; i cittadini lo avvertono dalla sismicità, ma il sollevamento della terra e il sisma sono connessi intimamente: a mano a mano che la crosta terrestre si solleva e si deforma, tende a rompersi portando al terremoto. A partire da novembre, abbiamo osservato un incremento in velocità di sollevamento passata da 7 millimetri al mese a 15 millimetri al mese, un raddoppio. L’incremento resta per fortuna su valori bassi, non certo pari a un centimetro al giorno, ma se c’è un incremento della velocità è ragionevole pensare che poi l’attività sismica si incrementi. Lo osserviamo nel numero di eventi, anche se per fortuna ancora su magnitudo non elevata: il maggiore è stato di 2,7 gradi quindi siamo ancora su bassa energia, ma l’epicentro è superficiale e quindi le scosse sono più avvertite dai cittadini».

Da novembre, con il raddoppio del sollevamento passato a un centimetro e mezzo al mese, il Rione Terra si è quindi alzato di tre centimetri: «Ma se ci allontaniamo da quella zona — prosegue Bianco — il sollevamento diventa molto inferiore. Negli ultimi giorni sembra che il sollevamento stia diminuendo. Il trend ci sembra in calo e pare che nelle prossime settimane si possa calare di 15 millimetri al mese, ma vedremo. Ricordiamoci che le scosse superficiali nei Campi Flegrei sono dovute dall’apporto del sistema idrotermale alla dinamica della rottura. Il sistema idrotermale, non il magma, che sotto terra ha temperatura e pressione che facilitano infatti la fratturazione della parte superficiale della crosta e causa scosse».

« Tutto questo — prosegue la vulcanologa — dipende dall’emissione di CO2 da parte del magma da una zona sotterranea, profonda anche 10-12 chilometri, che non sappiamo esattamente dove sia: l’emissione arriva fino alle fumarole che monitoriamo e significa che il magma degassa di più e manda gas in superficie, che deforma la crosta velocemente e incrementa la sismicità. Ma ciò non vuol dire che il magma stia salendo verso la superficie».

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Fonte: Il Corriere del Mezzogiorno

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