Bradisismo Pozzuoli: lungo sisma nella notte

Le dichiarazioni di alcuni scienziati

Dopo 4 giorni di tregua ed una Pasqua “tranquilla”, un terremoto di magnitudo 2,7 è stato avvertito alle 4,06 di stanotte con epicentro nel Vulcano Solfatara. Il sisma, registrato a 2 km di profondità, ha svegliato la popolazione di Pozzuoli e dei comuni limitrofi. 

Secondo una antica tesi del Prof. Sandro Oliveri del Castillo, docente di Fisica Terrestre dell’Università di Napoli, risalente ad una pubblicazione del 1986, “le rocce vulcaniche che riempiono la conca flegrea non costituiscono un insieme omogeneo e isotropo (uguale comportamento) ed i loro spessori sono variabili da zona a zona per la diversa profondità del basamento disposto a gradini ….” continuò chel’energia di un terremoto dipende dalla dimensione delle superfici di rottura. Perciò i terremoti di Pozzuoli non possono raggiungere intensità notevoli. Basti pensare al terremoto dell’Irpinia del novembre 1980, la cui intensità, corrispondente ad una magnitudo 6.2, ha comportato la rottura lungo una superficie di 20 chilometri quadrati”. Ed ancora : “Questo spiega la massima frequenza di terremoto nell’area intorno a Pozzuoli compresa tra Arco Felice, Via Campana, Pisciarelli, Accademia, Via Napoli, Porto. Diverso sarebbe il discorso se i terremoti fossero determinati da rotture delle rocce più profonde (5-10 Km) e rigide perché potrebbe interessare superfici di distacco molto più estese……Fino ad ora questo non è avvenuto, tutti gli ipocentri sono a piccola profondità tra 1 e 3 chilometri, cioè all’interno delle rocce vulcaniche che riempiono la conca flegrea”.

Di recente il Blog di Giò aveva pubblicato un articolo del dott. Manolo Sardi che rappresentava le modalità di convivenza del popolo giapponese con il terremoto. “La popolazione ha imparato a vivere facendo della prevenzione una cultura di vita quotidiana. L’equilibrio è fra emergenza e razionalità: esiste una vera e stretta collaborazione tra enti pubblici, enti privati e popolazione. (Quest’ultima fondamentale nella propaganda informativa semplice e veloce). In Italia si tende ad associare l’intensità e la gravità di un terremoto basandosi sulla sua magnitudo, che indica la potenza dell’energia in TNT sprigionata all’epicentro, misurata attraverso la scala Richter. Solo raramente si tende a fare riferimento alla scala Mercalli, che comunque ritengo importante, dove valuta l’intensità di un terremoto osservando gli effetti e i danni reali che esso produce su persone, cose e manufatti.In Giappone, al contrario, si tende a dare più importanza agli effetti che il sisma provoca sulla popolazione e sulle abitazioni piuttosto che alla reale potenza ed energia sprigionata all’epicentro: è inutile creare allarmismo per un terremoto di bassa potenza che, non produce alcun danno ai centri abitati”. 

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