Dalle ore 04.48 è in atto un nuovo sciame sismico. Il terremoto più intenso è stato localizzato nella zona di Via Celle di magnitudo 2.5, a 2.300 m di profondità.
Al momento della pubblicazione gli eventi sismici sono 19.
<<Dobbiamo prevenire nuovi e annunciati problemi alla staticità degli edifici che comporterebbero serie criticità per il Comune e per i suoi residenti. In attesa di una normativa nuova ed efficace per fronteggiare in tutto il territorio nazionale il problema del dissesto idrogeologico, dobbiamo puntare sulla prevenzione e questa norma da me proposta in accordo con il Sindaco di Pozzuoli consentirebbe di farlo». Queste le parole del deputato di Alleanza Verdi Sinistra Francesco Emilio Borrelli, promotore dell’ordine del giorno approvato alla Camera dei Deputati sull’estensione del Superbonus 110%, dello sconto in fattura e sulla cessione del credito per ristrutturare gli edifici nelle aree colpite.
Tale impegno fu assunto anche dal Presidente della Commissione Finanze della Camera in occasione dell’audizione dello scorso 1° giugno con l’assessore Giacomo Bandiera. Una significativa iniziativa in tal senso scaturì dal convegno con 4 scienziati organizzato lo scorso 31 gennaio dall’Osservatorio per la Tutela dell’ambiente e della Salute.
Con gli ultimi e significativi eventi sismici di questi giorni, sarebbe opportuna un’iniziativa unitaria delle forze politiche, dei sindacati, delle associazioni, senza alcuna strumentalizzazione politica, per sollecitare il Governo Meloni ad emanare un provvedimento legislativo che favorisca interventi finalizzati a conoscere la vulnerabilità dei fabbricati con eventuali interventi strutturali. Sarebbe l’unico percorso per restituire, al momento, tranquillità e calma ai cittadini, soprattutto a quelli che hanno già sofferto i notevoli disagi dell’evacuazione della “Zona A” del 1983.
Intervistato il professore Giuseppe De Natale dalla testata Il Manifesto, in merito agli accadimenti delle ultime ore, risponde: “Le rocce non hanno una resistenza infinita. Quindi se questa pressione continua ad aumentare, prima o poi cederanno non più come piccoli terremoti ma come collasso generale, quindi con grandi fratture che possono mettere in collegamento la superficie con la sorgente di pressione. Se non c’è magma intruso a basse profondità, come noi pensiamo attualmente, si potrebbe avere un’eruzione freatica, cioè un’eruzione di acqua bollente e vapore, molto meno catastrofica di un’eruzione magmatica ma certamente comunque devastante in un’area densamente popolata. Noi speriamo che questo aumento di pressione termini prima che il sistema vada alla rottura completa”.
Intervista di Mauro Di Vita, direttore dell’Osservatorio Vesuviano a IL MATTINO: CLICCA QUI.
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