Si riportano le dichiarazioni del vulcanologo Giuseppe Luongo: “Dopo la scossa di oggi pomeriggio, localizzata alla Solfatara con magnitudo 3.5+-0.3, molti cittadini mi hanno contattato per avere notizie in merito all’evento ed essere assicurati sulla pericolosità. Con questo post rispondo ai quesiti postimi. A fine gennaio di quest’anno ho interpretato anomala la sismicità registrata, in quanto era cambiata rispetto ai mesi precedenti. Così ho chiesto i risultati dei dati satellitari sulle deformazioni del suolo all’ IREA CNR, Istituto Centro di Competenza della Protezione Civile. Ho esaminato i dati dei Bollettini dell’Osservatorio Vesuviano, ma l’errore che accompagna la misura è elevato e può nascondere la variazione della velocità della deformazione che rappresenta un elemento che illustra l’accumulo di sforzi nelle rocce e la possibilità di fratturazione delle stesse e terremoti. Infine una riflessione sulla sorgente del fenomeno. Non sono i fluidi idrotermali a produrre accumulo di sforzo fino a superare la resistenza delle rocce e, quindi, terremoti. Occorre un’azione meccanica potente, sebbene di breve durata. In queste condizioni le rocce si fratturano. Con i fluidi circolanti in un mezzo poroso ciò non accade. I fluidi si disperdono verso la superficie e non agiscono concentrati se non nella parte finale del percorso. I fluidi rendono il mezzo duttile, incapace di produrre fratture. Durante le fasi discendenti del Bradisismo le concentrazioni dei fluidi emessi diminuisce sensibilmente, ma non scompaiono del tutto. Nonostante ciò NON VI SONO TERREMOTI.”
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