Boati e scosse. Solo bradisismo o anche piogge?

Tra i cittadini flegrei in questo periodo prevale l’angoscia di affrontare contestualmente la diffusione del virus ma anche la ripresa del fenomeno bradisismico, con scosse e boati, con il sollevamento del suolo e con il prosciugamento della darsena.

Segni dei Tempi” ha pubblicato una testimonianza del prof. Adriano Mazzarella (https://www.segnideitempi.it/tremori-e-boati-e-colpa-della-pioggia-studio-sui-campi-flegrei-parla-lautore/), il quale, facendo riferimento alla tesi di Della Torre secondo il quale “il tremore sismico vulcanico ai Campi Flegrei e al Vesuvio potesse essere favorito anche dalla pioggia….. mai dimostrata per mancanza di strumenti di calcolo adeguati e per verificarne  l’attendibilità”, ha scritto un articolo scientifico con il prof. Nicola Scafetta che, su sua richiesta, rientrò dagli USA per sostituirlo nella cattedra di Meteorologia e Climatologia. Hanno dimostrato che boati e tremori non dipendono solamente dal fenomeno bradismico positivo, ma anche dalle abbondanti piogge.

I due scienziati hanno confrontato, dal 2008 al 2020, il catalogo dei sismi rilevati dall’Osservatorio Vesuviano con quello delle piogge giornaliere dell’area flegrea misurate dall’Osservatorio Meteorologico dell’Università di Napoli Federico II. Scrive il prof. Mazzarella che “la pioggia penetra all’interno del terreno in modo diverso, secondo la sua quantità e durata e la fatturazione del terreno nel quale si approfondisce (la legge è nota ai geologi come legge di “Barcy”). I due scienziati hanno rilevato che l’attività sismica risulta più elevata quando il fenomeno bradisismico è più intenso. “Dal 25 dicembre 2020 sono caduti su Napoli e dintorni ininterrottamente più di 200 mm di pioggia – riferisce il prof. Mazzarella – che hanno innescato sciami sismici e procurato grosso panico nella popolazione puteolana soprattutto a causa dei boati”. Ed ancora “l’acqua piovana penetra in profondità nel sottosuolo caldo e molto fratturato dei Campi Flegrei, incontra i bollenti fluidi idrotermali di origine magmatica, evapora istantaneamente e causa macro-esplosioni. È lo stesso fenomeno fisico per il quale, dobbiamo evitare in cucina di versare acqua su olio bollente. L’acqua bolle a 100°C e l’olio a circa 300°C. L’acqua versata incautamente sull’olio bollente evapora istantaneamente, passa direttamente dallo stato liquido allo stato gassoso e moltiplica il suo volume iniziale più di 1000 volte. Per quanto riguarda la generazione di sismi, l’acqua piovana è in grado di diminuire l’attrito fra le fratture e indurre sciami sismici specialmente nello stato saturo che è localizzato nei primi 2.5 chilometri di profondità. Il meccanismo fisico proposto trova la sua conferma anche dalla diminuzione della composizione chimica-isotopica dell’anidride carbonica e della temperatura della fumarola ai Pisciarelli in corrispondenza di forti piogge nell’arco di una giornata o di continue deboli piogge nell’arco di più giorni”.

Questa tesi non coincide del tutto  con quella del Prof. Giuseppe de Natale, già Direttore dell’Osservatorio Vesuviano, il quale, da noi interpellato, ha sostenuto che “i boati sono causati dalla conversione, alla superficie, delle onde sismiche in onde sonore. Questo è un fenomeno assolutamente certo, valido in particolare per terremoti superficiali (infatti è tipico dei terremoti flegrei e di Ischia). Per il resto, personalmente sono piuttosto scettico sull’associazione della sismicità con la pioggia, ma non ho fatto analisi specifiche quindi non posso essere ragionevolmente certo. Ovviamente – ha concluso il prof. De Natale  in ogni caso la sismicità è prodotta da meccanismi endogeni, la pioggia sarebbe soltanto un fattore che favorisce lo scarico di sforzo accumulato, anticipando l’accadimento di terremoti. Anche così, però, non sono completamente convinto che tale effetto sia fondamentale o anche rilevabile.

Saremmo ben lieti di conoscere la posizione  della dott.ssa Francesca Bianco, Direttrice dell’Osservatorio Vesuviano .

Ultimi articoli pubblicati

Articoli Correlati