AstraZeneca incompatibile con alcune patologie

In alcune realtà si registra una notevole confusione sulla campagna vaccinale per mancanza di organizzazione e di chiarezza. Né è stato definito un protocollo di cure domiciliari antiCovid da affidare ai MMG. Inspiegabilmente solo da qualche giorno è stato autorizzato l’utilizzo degli anticorpi monoclonali, prodotti in Italia, mentre della cura per il COVID-19 con il plasma dei pazienti negativizzati non si trova più traccia.

L’EMA, l’Agenzia Europea per il Farmaco, giovedì scorso, ha dichiarato l’efficacia e la sicurezza del vaccino AstraZeneca, destinato prioritariamente al personale della scuola ed alle forze dell’ordine. La nota avrebbe dovuto aggiungere “tranne per alcune patologie”. Non dimentichiamo l’incertezza iniziale di questo vaccino. Prima da somministrare al personale scolastico fino a 55 anni, poi fino a 65 anni, infine per tutte le età superiori a 18 anni.

Chi va al centro vaccinale dell’Ospedale di Pozzuoli trova un cartello con il quale viene specificato quali sono le patologie incompatibili con il vaccino AstraZeneca. Si fa riferimento a malattie cardiocircolatorie, neurologiche, diabete, fibrosi cistica, insufficienza renale, malattie autoimmuni  e immunodeficienze primitive, malattia epatica e cerebrovascolari. Un ruolo importante, pertanto, dovrebbe essere svolto dai medici di medicina generale che conoscono la storia del paziente e che dovrebbero dare l’ok per il vaccino. Nel contempo, anche dal punto di vista scientifico, sarebbe interessante conoscere i motivi della incompatibilità solamente per questo vaccino, dal momento che si sono verificate alcune gravi reazioni anche per iPfizer.

Le convocazioni dei pazienti affetti da alcune patologie incompatibili con il vaccino AstraZeneca dovrebbero essere espletate da personale ad hoc che facesse una preventiva verifica sulle prenotazioni, sulla disponibilità di altri vaccini, per poi procedere all’invio dell’sms per la convocazione. Questo per evitare inutili attese, come è accaduto a qualche cittadino. Allo stesso modo la piattaforma dovrebbe prevedere una lista d’attesa di pazienti da convocare ad horas, in caso di rinuncia improvvisa dei prenotati, al fine di evitare che le dosi preparate vadano perdute perché inutilizzabili.

La scienza necessita della fiducia dei cittadini, ma occorre  anche un’efficiente organizzazione ed una opportuna trasparenza perché tale fiducia sia conquistata e mantenuta.

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