“C’è un nuovo sindaco a Pozzuoli. Sarà il capo dell’amministrazione che governerà la Città e al quale si dovrà chiedere conto sia della realizzazione del programma proposto, sia della soluzione dei problemi che la affliggono.
Viceversa Pozzuoli è da un’altra parte:
Quasi il 70% degli elettori non si è recato alle urne, mentre il sindaco eletto rappresenta poco più di 12.000 votanti su quasi 66.000 elettori e su circa 80.000 Puteolani.
Il dato politico è tutto qui: un distacco drammatico fra rappresentante e rappresentati. Un “contesto politico“, una campagna elettorale e un programma che invece di conquistare la fiducia dei Puteolani li ha allontanati perfino dall’esercizio del voto.
E che di questo si tratti è dimostrato dal fatto che a livello nazionale l’afflusso al voto nei ballottaggi è stato, in media, di oltre il 42% mentre a Pozzuoli si è fermato al 36,8.
Questo dimostra come la ben più ampia astensione puteolana sia legata ad una dinamica locale. Qui, la campagna elettorale è stata dominata da una brutta vicenda giudiziaria del sindaco uscente, da una “guerra fratricida” senza esclusione di colpi e da una “finzione” che l’elettorato ha capito: il vecchio “gruppo al comando” da dieci anni, si presentava con nomi diversi ma, in gran parte, con le stesse persone e le stesse precedenti politiche da cui nessuno dei due candidati, andati poi al ballottaggio, aveva preso le distanze.
E difatti, al primo turno, quando c’era la possibilità di scegliere un’alternativa al “vecchio gruppo dirigente“, l’astensione è stata di fatto uguale a quella di cinque anni prima e ha votato circa il 60% degli elettori.
Quando, col ballottaggio, è stato chiaro che la scelta si riduceva a preferire l’uno o l’altro della “precedente alleanza al potere”, l’astensione è aumentata vertiginosamente:
– sia rispetto al primo turno: da circa il 59% di votanti si crolla al quasi 37;
– sia rispetto al dato nazionale attestato al 42% di votanti contro il 36,8 a Pozzuoli;
– sia rispetto alle precedenti elezioni quando aveva votato il 60% degli aventi diritto.
Dunque il nuovo quadro politico è composto:
– da un evidente distacco fra sindaco eletto e cittadini elettori;
– dalla innegabile “continuità di fatto” con le precedenti politiche da cui il neo eletto sindaco non ha mai preso le distanze essendone stato un protagonista;
– da una “opposizione consiliare” fatta da 8 consiglieri -su 9- che vengono dall’amministrazione Figliolia come tanti componenti della “nuova maggioranza” di Manzoni.
Questo rende poco prevedibili le future dinamiche consiliari che tanto possono ripetere il duro scontro elettorale, quanto possono dare luogo ad intese fra protagonisti delle precedenti operazioni amministrative.
Tutti questi elementi suggeriscono che è necessario spostare il centro dell’azione politica dalle dinamiche consiliari -comunque da non trascurare- all’iniziativa politico sociale che, con la mobilitazione dei cittadini su temi, può condizionare fortemente l’azione di un sindaco poco rappresentativo e può intervenire nelle dinamiche, al momento imprevedibili, che si apriranno nel consiglio comunale e fra i consiglieri.
Questo almeno il compito di chi si è posto come alternativa elettorale puntando sul rapporto diretto con i cittadini, i loro bisogni, le loro lotte come quella per Rione Terra che ha almeno bloccato una sciagurata procedura di concessione”.
ETTORE GIAMPAOLO