La sentenza definitiva di condanna dell’Italia da parte della Corte Europea dei Diritti Umani è emblematica e dovrebbe rappresentare un monito per la classe politica, in particolare per i Sindaci, per legge massime autorità sanitarie, ai quali spetta il compito di tutelare ambiente e salute dei cittadini.
L’Italia viene condannata per aver messo a rischio la vita degli abitanti della Terra dei Fuochi, che continua a mietere morti. Persone di ogni età si ammalano di patologie oncologiche, sempre più in aumento.
Nel territorio flegreo ci sono Associazioni che da anni si battono per la tutela della Casa Comune, nell’indifferenza di gran parte delle popolazioni residenti e senza avere un riscontro positivo dagli amministratori locali. Tant’è che sono state costrette a rivolgersi alla Magistratura e il 1° agosto 2018 hanno depositato un dossier presso la segreteria del dott. Nunzio Fragliasso, attuale Procuratore Capo a Torre Annunziata, all’epoca stimato coordinatore della sezione reati ambientali della Procura di Napoli. Al dott. Fragliasso fu riconosciuto il Premio Dicearchia 2018 durante una manifestazione organizzata a Villa di Livia a Pozzuoli.
Pozzuoli, grazie all’impegno dell’Associazione Nuova Dicearchia, la cui presidente è Giovanna Di Francia, ha anche partecipato con 40 volontari al progetto SPES, un biomonitoraggio sulla popolazione residente, promosso nel giugno 2016 dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno e Istituto Pascale. La spesa sostenuta è di 30 milioni di euro. Con i campioni di sangue prelevati fu verificata la presenza nel sangue di metalli pesanti. Ma i risultati degli step successivi non sono stati ancora resi pubblici.
Questa sentenza di condanna dell’Italia è veramente una sentenza storica. I ricorrenti hanno denunciato la violazione dei loro diritti alla vita e al rispetto della vita familiare, sanciti dalla Convenzione Europea dei Diritti Umani, sostenendo che lo Stato italiano non avesse preso misure per ridurre il pericolo, nonostante fosse consapevole del rischio reale e immediato. Nel 2019, la Corte Europea dei Diritti Umani ha avviato il processo e ora, nella sua sentenza definitiva, condanna l’Italia che, pur riconoscendo la grave situazione, non ha preso le dovute misure. La Cedu ha stabilito che il Governo dovrà introdurre, senza indugio, misure generali in grado di affrontare in modo adeguato il fenomeno dell’inquinamento della Terra dei Fuochi. Significa che l’Italia ha due anni di tempo per sviluppare una strategia correttiva, mettere in piedi un sistema di monitoraggio che sia indipendente e una piattaforma di informazione pubblica.
Staremo a vedere. Nel frattempo nell’area flegrea piangiamo ogni giorno i nostri morti ed ancora ci aggrappiamo alla speranza di poter crescere i nostri figli in un ambiente più sano. Un’area bersagliata dalla discarica sita in Via Provinciale Pianura, a pochi Kilometri dai territori di Pozzuoli e Quarto, sequestrata dal magistrato perché secondo la dichiarazione del CTU il percolato ha raggiunto le falde acquifere e i terreni coltivati.
Ed ancora, le associazioni ambientaliste hanno incontrato lo scorso mercoledì una folta rappresentanza dei consiglieri comunali di Pozzuoli per interloquire sulla annosa questione di Via Fascione e sulla realizzazione di un sito di stoccaggio da parte della società RICICLA, apprezzando l’apertura e la disponibilità dei consiglieri di maggioranza e opposizione ad approfondire la tematica, di recente affrontata e sospesa alla Conferenza dei Servizi.
I medici dell’ISDE Campania (medici per l’ambiente), attraverso un comunicato stampa hanno espresso una dura posizione e manifestato che continueranno a sostenere le battaglie per la tutela dell’ambiente e della salute. Padre Maurizio Patriciello, Premio Dicearchia 2014, infine, ha espresso soddisfazione per la sentenza, ma anche amarezza per quello che ha dovuto subire in questi anni con attacchi e minacce.
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Fonte: Il fatto Quotidiano