All’ISIS Levi Montalcini di Quarto convegno di studio

Il presente dell'antropologia: dallo studio delle civiltà alla salvaguardia dei beni culturali

Di Ennio Silvano Varchetta
Che cos’ è l’antropologia e quali sono i principali ambiti di ricerca e insegnamento che essa oggi ricopre in Italia rispetto a quanto accade nel panorama internazionale? Come sono cambiati i suoi oggetti di studio, le tematiche, i metodi d’indagine, le prospettive conoscitive, le disposizioni etiche, i ruoli e gli spazi che gli antropologi rivestono o potrebbero rivestire nelle università, nei musei, negli istituti di ricerca, nelle scuole? Quali sono i problemi occupazionali e le possibilità d’inserimento della figura dell’antropologo nelle istituzioni dedite alla ricerca e alla didattica e qual è il quadro degli studi antropologici nel nostro paese a livello delle pubblicazioni, delle riviste, dei progetti editoriali, come anche della valutazione della qualità scientifica?

A fare il punto, mai esaustivo, nell’attuale ridefinizione degli assetti culturali come dei saperi scolastici e dei domini di ricerca, è stato il convegno di studio, che si è svolto il 9 novembre u.s. nell’aula magna dell’Isis Rita Levi Montalcini di Quarto.

Organizzato dalla F.S. del Pcto del liceo, prof.ssa Paola Sorrentino, coadiuvata da Debora D’Alessandro, dipartimento di Lettere e commissione contrasto dipendenze e da Ennio Silvano Varchetta, commissione Legalità e giornalista-pubblicista ha visto la partecipazione dell’antropologa Emanuela D’Antonio che ha tenuto una lectio magistralis sul popolo Moso.

I saluti istituzionali della scuola affidati alla vicepreside Raffaella De Vivo.

L’Istituto Levi Montalcini insiste in una delle realtà flegree, ricche di storia e significativamente studiate in ambito archeologico e storico-antropologico e questo incontro aggiunge un altro tassello di approfondimento e divulgazione.

Contributi, dati, proposte, acquisizioni, esperienze didattiche in una scuola in continua evoluzione. Un convegno che, attraverso nozioni, chiarimenti, spunti di discussione, ha portato gli studenti a concentrarsi sugli ambiti di attività che oggi definiscono il ruolo dell’antropologia nella società italiana ed internazionale in un mondo sempre più globalizzato.

I lavori del convegno sono stati seguiti in presenza da 6 classi e su piattaforma Teams dalle singole aule.

Dopo aver fatto una  panoramica generale si è passati a mettere a fuoco lo strumentario teorico e metodologico che l’esperta esterna ha ben illustrato, sottolineando i suoi viaggi oggetto di studio, che servono a cogliere le grandi, continue trasformazioni e improvvise connessioni socioculturali che investono i contesti locali, nazionali e globali. E partendo da usi, costumi e tradizioni del popolo Moso si è arrivati  ai fenomeni migratori nei loro risvolti socioeconomici, politici, etici, come ai diversi processi di patrimonializzazione, di tutela e conservazione di beni materiali e immateriali in atto secondo dinamiche politico-economiche, ecologiche, giuridiche e museografiche tutte da esplorare. Una riflessione critica e autocritica sulle discipline che richiedono nuove sensibilità di conoscenza e professionalità, come lo studio e l’incremento di nuovi percorsi di formazione alla ricerca (lauree magistrali, scuole di specializzazione, master, corsi di dottorato) o l’insegnamento negli istituti secondari, (si pensi anche all’ introduzione dell’antropologia culturale nei percorsi Fit, la formazione iniziale di tirocinio disposta per il mondo della scuola).

Da qui l’urgente necessità d’individuare possibili, diverse, qualificanti attività apprenditive, tese a costruire forme dirette e dialettiche di interscambio tra gli insegnamenti e le diverse dinamiche socioculturali cui essi si relazionano. Missione che l’antropologia, oggi più che mai, avverte specie in virtù della vocazione etica e politica che ha spesso accompagnato i suoi specifici percorsi di conoscenza.

E come affermava Claude Lévi-Strauss, padre dell’ antropologia moderna, l’importante è cercare le costanti che si nascondono sotto le somiglianze, investigando il nesso che lega le cose tra loro, al di là delle apparenze: lo sforzo intellettuale è trovare ciò che è comune alle culture umane, studiarne ed apprezzarne le peculiarità e le diversità senza però alcuna pretesa di superiorità.

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